E’ quasi
inevitabile, insomma, che il bambino pianga al momento del distacco. Anzi, ilpianto è un modo per scaricare la tensione.“Al momento dei
saluti è liberatorio e non deve preoccupare, anche perché nella maggior parte
dei casi finisce in fretta. Capita invece che al bambino venga il magone nel
corso della mattinata, perché gli viene in mente la mamma oppure è
disorientato. In questi casi può aver bisogno di un po’ di tempo in più per
ambientarsi e l’inserimento può richiedere una durata superiore alle classiche
due settimane”.
La scuola
materna è infatti una palestra importante. Il bambino, forse per la prima volta, non ha l’adulto tutto
per sé, deve imparare a dividere le attenzioni della maestra con gli altri, a
seguire nuove regole, a stare nel gruppo, ad aspettare il suo turno per
utilizzare i giochi. E’ un grande cambiamento nella sua vita.
“Ci sono bambini
che hanno reazioni inaspettate. Alcuni diventano all’improvviso prepotenti,
altri molto timidi. Alcuni regrediscono: tornano a farsi la pipì addosso …”.
Che fare? “Preparatelo parlandogli della scuola in modo positivo e concreto,
dicendogli come si chiama la maestra; spiegategli concretamente che cosa farà,
i ritmi delle sue future giornate; raccontategli che anche voi alla sue età
siete andati all’asilo. Ditegli che siete fieri di lui, che sta diventando
grande, ma anche che troverà sempre mamma e papà, la sera per stare con lui.
E nei primi tempi fate in modo che sugli altri
fronti possa stare tranquillo.
La routine lo rassicura, e vale la
pena ricordargliela:
“Quando usciamo andiamo a comprare lamerenda e poi ai giardinetti, poi arriva papà e giochiamo
insieme …”.
Se l’inserimento
alla scuola materna coincide con l’arrivo di un fratellino,
se possibile bisognerebbe organizzarsi per dedicare un po’ di tempo al
maggiore, anche solo un’ora al giorno, ma a lui in esclusiva. Alla
comprensione, comunque, va associata anche una certa fermezza, perché è meglio
evitare di assecondare troppo il bambino.
Gli si può dire:
“Capisco che ti viene da piangere, piangi un po’, ma poi basta. Dopo fai vedere alla maestra il tuo libro nuovo, il
gioco che hai portato da casa, fai la torre con i mattoncini …”. L’importante
cioè è che il bambino capisca che i genitori riconoscono e accettano le sue
emozioni, ma sappia anche che danno fiducia nelle sue capacità di affrontare la
situazione in modo positivo.
“Spesso,
infatti, è proprio la mamma ad affrontare con difficoltà la separazione. Perché in ogni mamma, insieme alla gioia di vedere
crescere il proprio bambino, c’è anche il desiderio che rimanga piccolo,
dipendente da lei. Sono sentimenti normali, quello che conta è fare in modo che
si trasformino, anche per lei, in un momento in un momento di crescita”.
Che cosa potete
fare per aiutare il vostro bambino
ATTENZIONE
A FARE COMMENTI. Non parlate con altri, in presenza del bambino, delle sue difficoltà alla scuola materna
ed evitate qualsiasi critica nei confronti delle maestre (soprattutto quando
parlate al telefono).
PARLATEGLI
IN MODO POSITIVO dell’esperienza che sta vivendo. Usate parole come
“Siamo molto orgogliosi di te, andrà tutto bene,avrai molti amici...
RASSICURATELO
DEL VOSTRO AFFETTO e siate comprensivi delle sue emozioni. Ma
aiutatelo anche a sdrammatizzare raccontando la vostra esperienza a scuola.
AL MOMENTO
DI LASCIARLO non scappate per non vederlo piangere. Si sentirebbe tradito.
Ma siamo fermi nella seprazione.
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