venerdì 28 febbraio 2014

una donna si racconta

Era una bella  giornata di inizio primavera, il sole era tiepido ed il cielo di un tenue azzurro, fu ciò che vidi quando aprii le persiane della mia camera da letto.
Quella notte avevo nel sonno sognato molto, storie strane,  nei miei sogni avevo intravisto amici e parenti defunti,  mi ero vista che partorivo nel bidet del bagno della casa di quando ero bambina, ma nulla di tutto ciò era stato un incubo, mi aveva solo dato solo un sonno agitato.
Al mattino verso le quattro, scesi per andare in bagno, quando pulendomi scorsi del muco rossastro sulla carta igienica ed in seguito un dolore tipo mestruale, NON MI SPAVENTAI, SENTIVO LA MIA CREATURA MUOVERSI DENTRO DI ME, ero di 38 settimane , pensai che non ci voleva più molto per incontrarci.
Ritornai a letto, non svegliai mio marito, dormiva profondamente e sereno, l’osservavo, anche per lui il tempo era passato, fili grigi qua e la.
Mi ricordai del nostro primo incontro eravamo così giovani, sono oramai passati 18 anni, per tanti anni desideravamo un figlio, cure, umiliazione, farmaci, ma nulla, ma quando pensavamo di rassegnarci, ricordo quella cena: ci presentarono una esile donna, capelli cortissimi, pallida, ci dissero che era un’ostetrica, passammo tutta la serata insieme, era allegra e buffa anche se nei suoi occhioni si leggeva una tristezza infinita.
Mio marito ed io da quella sera passammo altri tre anni di sacrifici, ma nulla.
Una sera mentre leggevo il giornale locale lessi che parlavano di quella ostetrica, non so,a mi venne un desiderio immenso di incontrarla.
Cercai il suo numero, in pochi giorni la trovai e fissai una appuntamento da lei.
Quando la rividi stentai a riconoscerla, aveva i capelli sulle spalle e ricci, mi disse che una volta li aveva lunghissimi ed ora si preparava ad averli più o meno come prima.
I suoi neri occhioni erano sempre un po’ tristi, ma nel loro profondo si intravedeva la serenità.
Parlammo a lungo, furono due ore indimenticabili, andammo a trovarla  altre volte, anche con mio marito, lei continuava a dirci che non c’erano condizioni per non aver figli e mi diede delle gocce omeopatiche.
Un anno dopo, dal nostro primo incontro ritornai da lei ma con una sorpresa:ero una settimana in ritardo! Lei mi fece il test: positivo!
Tutta la gravidanza ci fu solo lei, e verso il termine decidemmo di partorire nella sua casa di maternità.
Non so perché quella mattina pensai a tutte quelle cose, avrei continuato se un altro dolorino mi prese all’improvviso.
Decisi di coccolarmi vicino al mio amore e aspettare il giorno, nel sonno ogni tanto avvertivo qualche dolorino, da non svegliarmi.
Ritornando alla bella giornata, mi sentii, nonostante la notte un po’ agitata e le perdite di buon umore.
Mio marito era andato al lavoro, non gli dissi nulla, quando si avvicinò al letto per darmi un bacio del buongiorno non gli dissi nulla né del sogno, né delle perdite, non volevo allarmare nessuno, neppure l’ostetrica,lo  desideravo, perché sentivo che erano le ultime ore che vivevo in simbiosi con la mia creatura, stare con lui/lei, avvertire i suoi movimenti per non dimenticarli mai più, coccolarci, parlarci e dirgli/le di non temere nulla, che avremmo lavorato in team e io avrei fatto il possibile per aiutarlo.
Stranamente, per essere una mamma già “attempata”, non temevo per lui, ne per me, anzi non pensavo volevo godermi gli attimi e preparare il “nido”.
Feci una doccia bella calda, i dolorini persistevano, poi presi cura del mio corpo, mi lavai i capelli e mi feci una maschera al viso: oggi o domani sarebbe arrivata una persona importante e dovevo essere presentabile!
Mangiai una colazione energetica e dopo quasi 9 mesi mi fumai la mia prima sigaretta, seduta in giardino.
Decisi di andare a fare della spesa, mi vestii, come se andassi ad un matrimonio!
Tutto però avveniva lentamente perché i dolorini diventavano di tempo in tempo sempre più vicini, anche se a volte mi  lasciavano in pace per un lungo periodo.
Arrivata da far la spesa preparai i gnocchi alla romana perché sapevo che a Silvia piacevano tanto, così, quando saremo andati da lei  li avrei portati e lei sarebbe stata felice.
Silvia che ostetrica particolare: all’inizio quando andavo da lei ne senti sul suo conto di cotte e di crude, pure che era,  una donna instabile.
Non feci mai caso alle dicerie, man mano che la conoscevo, vedevo solo una donna che doveva aver lottato tanto per sé stessa , per vivere e anche per amore, ma lei era schiva; in gravidanza sembravamo anche amiche, ma lei non andava oltre, ma penso che lo faccia con tutti, ama stare con gli altri, ma il suo amore per la montagna mi fa immaginare ad una donna a cui la solitudine è la sua migliore amica.
Pranzai, un bel piatto di pasta, come gli sportivi prima di una gara, i dolori aumentavano ma dovevo finire la pasta!
Dopo pranzo mi telefonò mio marito, a questo punto dovetti dirgli la situazione, lui si allarmò subito:” hai telefonato a Silvia?” Gli risposi che ancora non l’avevo fatto, ma di stare sereno perché erano solo dolorini ed io ero tranquilla, gli dissi che mi sarei fatta un pisolino in giardino col sole e poi l’avrei chiamata.
Lui mi avvertì’ che per le quattro sarebbe arrivato.
Sulla sdraio i dolorini aumentarono di intensità e sovente dovevo andare in bagno a far pipì, e ogni volta il muco era sempre più rossastro, incominciavo un po’ ad allarmi, ma decisi per la mia creatura di essere calma.
In giardino inizia  a respirare vocalizzando (come mi aveva insegnato Silvia)  passò più di un ora e già mi sentivo meglio, rientrai perché l’aria stava diventando fresa  ed erano quasi le quattro.
Appena rientrata in casa però i dolori aumentarono: erano di breve durata ma più intensi. Decisi per un bel bagno caldo, così quando arrivò mio marito mi trovò nella vasca da bagno, con l’acqua calda l’intensità diminuiva.
Mio marito, andò a cambiarsi, ma quando ritornò mi disse di uscire dall’acqua, era più di un ora che ero dentro la vasca da bagno…..
Mio marito mi aiutò ad asciugarmi e a vestirmi, ma finito tutto ebbi una contrazione violenta e di una durata che a me parve immensa. “Hai chiamato Silvia?” Gli risposi che non lo avevo ancora fatto, allora lui borbottò qualcosa tipo:”solita testarda, carico l’auto e andiamo subito da lei”; mi parve di sentire anche un .”non provare a fare resistenza”, comunque anch’io sentivo il bisogno di vederla.
Arrivati da lei, ci aprì la porta una Silvia radiosa, come il sole che piano, piano stava andando a dormire.
Mi fece subito un tracciato, mio marito era nervoso, allora lei le preparò un caffè e gli permise di fumare sul balcone della cucina, quando rientrò nella stanza dello studIo, sorridendo mi disse Luk è sistemato!
Alla visita fu presente anche lui, capivo osservando i suoi occhi che la situazione era buona, infatti ci disse che eroi sui 5 cm, collo appianato testa ben adattata,  sorridente disse: fra poco sarete in tre!
Scomparve per 5 minuti, poi rientrò in studio e disse:” ora la casa è vostra sistematevi come volete e  dove volete”.
Le contrazioni aumentarono di durata ed intensità, lei respirava ad ogni mia contrazione con me e mio marito mi massaggiava i reni.
Ad un certo punto però mi persi, non riuscì più a controllare il dolore, nell’acqua non volevo andare, respirare no, in quella posizione no, il tutto durò una bella mezz’ora poi mi Silvia mi prese il viso e guardandomi negli occhi mi disse una frase che mio padre mi diceva sempre quando facevo i capricci, come la sapesse  non lo so, lasciai la magia della sua intuizione in quel momento.
La frase fece l’effetto desiderato, mi quietai, lei mi fece bere un thè caldo e ci disse di stare una decina di minuti noi due da soli, io sapevo che lei sarebbe andata a fumarsi una sigaretta, allora le chiesi se potevo fumarne una anch’io, lei mi disse certo ma dalla finestra e mi regalò una delle sue.
I 10 minuti divennero una mezz’ora, le contrazioni aumentarono ed insieme il desiderio di spinta.
Ero in posizione a carponi, quando mi rigirai vidi la stanza in cui mi trovavo totalmente cambiata, con la sedia olandese in un angolo, guardai Silvia, lei mi sorrise e mi disse, :”ora nasce.”
Mi visitò ero completa mi fece spingere in varie posizioni poi scelsi la sedia.
Spinsi, con lei che ungeva d’olio d’olivo, preciso, extravergine biologico, il mio perineo, dopo ogni spinta e per incoraggiarmi mi diceva che sarebbe nato con la brillantina!
Ad ogni spinta venivo incoraggiata, finchè non sentì un bruciore intenso in vagina, Silvia mi disse di soffiare come sul bruciato, ma sentivo che lei alleviava questa sensazione con oli , con la sua mano e con un panno. Una forte contrazione uscì la testa! Con il corpo ancora dentro già si faceva sentire, Silvia la/lo salutava e la puliva, la contrazione successiva uscì il corpo ed ebbi l’impressione che fosse passato un serpentino, poi la nostra bimba in braccio, che emozione mio marito ed io piangevamo e abbiamo pianto anche quando è uscita la placenta e dopo che eravamo tutti e tre a letto. Silvia per prenderci in giro ci disse che lei non amava lavare i bimbi appena nati, ma che questa volta noi avevamo fatto un salto alla sua regola, perché si era perfettamente pulita con le nostre lacrime!


Era notte ma io vedevo una luce enorme intorno a me, sentivo vibrare ogni cosa dentro, e quando si attaccò al seno sentì che eravamo ancora una sola cosa.

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