PARTO DI N.
Era per me
importante far nascere mio figlio in un ambiente dolce, accogliente.
All’inizio della gravidanza mi veniva proposto il
parto senza dolore, le mie amiche me lo consigliavano come una conquista della
donna, anche la mia ginecologa me lo indicava come un’ottima possibilità.
Incomincia ad informarmi sul parto e sulla
peridurale, andando a fare la visita in
ospedale dall’anestesista.
Durante le gravidanza leggevo non solo sulla nascita
ma informazioni sul dolore, scritti di sociologia che parlavamo che viviamo in
una società che non accetta più alcun dolore fisico e mentale.
La stessa pubblicità ci presenta persone che al minimo accenno di mal di testa prendono un antidolorifico e di solito la
maggior parte sono persone belle e impegnate in lavori di successo o in storie
d’amore stupende.
Un mal di capo non è forse un segnale del nostro
corpo che ci chiede di fermarci e di occuparci di noi?
Pensieri che apparentemente non avevano a che fare
con la gravidanza, ma ne avevo bisogno ,per cui li prendevo in prestito libri in
biblioteca, mi informavo con internet e ne discutevo sempre con mio marito.
Una sera pensammo che forse la maniera per riuscire
a sopportare il dolore è l’ambiente ed il rapporto continuativo con l’ostetrica.
Al corso preparto ci dicevano che eravamo libere di
scegliere qualsiasi posizione, che il parto era gestito da noi.
A casa con mio marito dicevo:” ma se nella nostra
casa abitassero anche i tuoi genitori, noi saremo capaci di essere liberi di
scegliere ogni attimo della nostra intimità? In fondo in ospedale, non comanda
l’ostetrica, ma il ginecologo e sopra di lui un primario, poi ci sono degli
orari da rispettare, dei protocolli….
Mio marito capì dovevo volevo arrivare ma era
impaurito a fare un parto a casa.
Il giorno dopo mi preparai a cercare una casa di
maternità o un ospedale che garantisse certe cose, pronta andare all’estero!
Verso sera venni a conoscenza di un’ostetrica che da
anni gestiva nella mia città una casa di maternità.
Qualcuno ne parlava male come una qusi 50enne fuori,
qualcuno ne parlava con tanto amore.
Due giorni dopo andai a trovarla: era un soggetto
normale, pensava alle mie stesse cose, ma si sentiva la sua frustrazione che non veniva ascoltata la sua passione per il lavoro che faceva.
Fu molto onesta mi disse di continuare ad andare
dalla mia ginecologa, avevo solo più due visite, ma di tenerla sempre
aggiornata.
Alla sera ne parlai con mio marito: era d’accordo
con me di andare un sabato insieme a
trovarla, anche perché anche lui la
conoscesse.
Arrivò finalmente quel sabato e mio marito fu
entusiasta di lei, per cui optammo di partorire nella sua casa di maternità
Arrivò il momento del parto.
Passai le mie ore di travaglio con mio marito e
l’ostetrica, come su di un battello, accompagnati da musiche diverse dalla
classica al rock, al jazz……
Poi le spinte, poi la mia bimba.
Quando la presi in braccio e lei mi guardò con i
suoi occhioni ebbi la sensazione di essere stata colpita da un fulmine ed
allora capii che quello era amore.
Andammo a letto tutti e tre, l’ostetrica si
allontanò, ma si sentiva la sua presenza dolce e materna.
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