lunedì 24 febbraio 2014

raccconto di un parto in casa di maternità


PARTO DI N.

Era per me  importante far nascere mio figlio in un ambiente dolce, accogliente.
All’inizio della gravidanza mi veniva proposto il parto senza dolore, le mie amiche me lo consigliavano come una conquista della donna, anche la mia ginecologa me lo indicava come un’ottima possibilità.
Incomincia ad informarmi sul parto e sulla peridurale, andando a fare  la visita in ospedale dall’anestesista.
Durante le gravidanza leggevo non solo sulla nascita ma informazioni sul dolore, scritti di sociologia che parlavamo che viviamo in una società che non accetta più alcun dolore fisico e mentale.
La stessa pubblicità ci presenta persone che al  minimo accenno di mal di  testa  prendono un antidolorifico e di solito la maggior parte sono persone belle e impegnate in lavori di successo o in storie d’amore stupende.
Un mal di capo non è forse un segnale del nostro corpo che ci chiede di fermarci e di occuparci di noi?
Pensieri che apparentemente non avevano a che fare con la gravidanza, ma ne avevo bisogno ,per cui li prendevo in prestito libri in biblioteca, mi informavo con internet e ne discutevo sempre con mio marito.
Una sera pensammo che forse la maniera per riuscire a sopportare il dolore è l’ambiente ed il rapporto continuativo con l’ostetrica.
Al corso preparto ci dicevano che eravamo libere di scegliere qualsiasi posizione, che il parto era gestito da noi.
A casa con mio marito dicevo:” ma se nella nostra casa abitassero anche i tuoi genitori, noi saremo capaci di essere liberi di scegliere ogni attimo della nostra intimità? In fondo in ospedale, non comanda l’ostetrica, ma il ginecologo e sopra di lui un primario, poi ci sono degli orari da rispettare, dei protocolli….
Mio marito capì dovevo volevo arrivare ma era impaurito a fare un parto a casa.
Il giorno dopo mi preparai a cercare una casa di maternità o un ospedale che garantisse certe cose, pronta andare all’estero!
Verso sera venni a conoscenza di un’ostetrica che da anni gestiva nella mia città una casa di maternità.
Qualcuno ne parlava male come una qusi 50enne fuori, qualcuno ne parlava  con tanto amore.
Due giorni dopo andai a trovarla: era un soggetto normale, pensava alle mie stesse cose, ma si sentiva la sua frustrazione che non veniva ascoltata la  sua passione per il lavoro che faceva.
Fu molto onesta mi disse di continuare ad andare dalla mia ginecologa, avevo solo più due visite, ma di tenerla sempre aggiornata.
Alla sera ne parlai con mio marito: era d’accordo con me di andare  un sabato insieme a trovarla, anche  perché anche lui la conoscesse.
Arrivò finalmente quel sabato e mio marito fu entusiasta di lei, per cui optammo di partorire nella sua casa di maternità
Arrivò il momento del parto.
Passai le mie ore di travaglio con mio marito e l’ostetrica, come su di un battello, accompagnati da musiche diverse dalla classica al rock, al jazz……
Poi le spinte, poi la mia bimba.
Quando la presi in braccio e lei mi guardò con i suoi occhioni ebbi la sensazione di essere stata colpita da un fulmine ed allora capii che quello era amore.
Andammo a letto tutti e tre, l’ostetrica si allontanò, ma si sentiva la sua presenza dolce e materna.

La mia bimba nacque nel primo pomeriggio di un giorno d’inverno, presto si fece buio e tutti e tre ci addormentammo abbracciati

Nessun commento:

Posta un commento