Fino al seicento/settecento le donne partorivano acovaciate o su sgabelli a volte molto alti.
La cultura della sedia da parto risale già al periodo Babilonese (2000 a.c:)
Nel 1598 il barbiere chirurgo Guiliemau introdusse il lettino da parto per i parti più difficili. Dal settecento questa posizione fu ufficialmente adottata anche per i parti normali, tranne che nelle campagne.
Dal XVII secolo la posizione litotomica fu introdotta definitivamente in ostetricia da alcuni urologi.
La posizione supina sostituisce la posizione verticale anche per l'introduzione del forcipe.
La posizione litotomica veniva giustificata per:
facilità acceso al perineo
facilità a mantenere la zona perineale asettica
facilità per l'utilizzo forcipe
facilità nell'assistere da parte degli operatori.
Si tratta di scuse e vantaggi dell'operatore che non prende in considerazione che in quella posizione forzata i parti sono più difficili e la donna non è ha suo agio.
Infatti ancora oggi la posizione litotomica facilita da parte dell'operatore di velocizzare il parto con episiotomie e oggi, applicazioni di ventose emanovre sull'addome della donna( dolorose) per l'espulsione del parto.
Le donne lasciate libere di scegliere la loro posizione cercano sempre posizioni verticali o accovacciate in sintonia e non in opposizione con il corpo per aiutarsi a sopportare meglio il dolore, a volte le donne assumo posizioni assimmetriche,e strambe ma queste contribuiscono alla discesa della parte presenta nello scavo pelvico.
In fase espulsiva istintivamente la donna sceglie durante le spinte posizione verticali, accovacciate, accovacciate sedute su sgabello, carponi...La stessa posizione che ad una donna dona sollievo ad un'altra è fastidiosa.
Accanto alla richiesta di sicurezza, oggi le coppie si pongono domande sull'emozioni della nascita.
L'unica risposta credibile e l'assenza di interferenza medica in un travaglio fisiologico.
Le libere posizioni vanno bene e sono giuste, ma la coppia necessità anche di un nuovo modello, anzi diciamo vecchio ed umano, l'assistenza one to one:, l'ostetrica deve sapersi adeguare alle esigenza della donna, non imporre le sue, non abbandonarla, essere ciò che lei richiede che sia quando necessita la sua presenza, assecondarla ed aiutarla nelle crisi di panico; questo per esperienza, ottima soluzione nelle situazioni di parti anche al limite del fisiologico.
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