venerdì 28 febbraio 2014

una donna si racconta

Era una bella  giornata di inizio primavera, il sole era tiepido ed il cielo di un tenue azzurro, fu ciò che vidi quando aprii le persiane della mia camera da letto.
Quella notte avevo nel sonno sognato molto, storie strane,  nei miei sogni avevo intravisto amici e parenti defunti,  mi ero vista che partorivo nel bidet del bagno della casa di quando ero bambina, ma nulla di tutto ciò era stato un incubo, mi aveva solo dato solo un sonno agitato.
Al mattino verso le quattro, scesi per andare in bagno, quando pulendomi scorsi del muco rossastro sulla carta igienica ed in seguito un dolore tipo mestruale, NON MI SPAVENTAI, SENTIVO LA MIA CREATURA MUOVERSI DENTRO DI ME, ero di 38 settimane , pensai che non ci voleva più molto per incontrarci.
Ritornai a letto, non svegliai mio marito, dormiva profondamente e sereno, l’osservavo, anche per lui il tempo era passato, fili grigi qua e la.
Mi ricordai del nostro primo incontro eravamo così giovani, sono oramai passati 18 anni, per tanti anni desideravamo un figlio, cure, umiliazione, farmaci, ma nulla, ma quando pensavamo di rassegnarci, ricordo quella cena: ci presentarono una esile donna, capelli cortissimi, pallida, ci dissero che era un’ostetrica, passammo tutta la serata insieme, era allegra e buffa anche se nei suoi occhioni si leggeva una tristezza infinita.
Mio marito ed io da quella sera passammo altri tre anni di sacrifici, ma nulla.
Una sera mentre leggevo il giornale locale lessi che parlavano di quella ostetrica, non so,a mi venne un desiderio immenso di incontrarla.
Cercai il suo numero, in pochi giorni la trovai e fissai una appuntamento da lei.
Quando la rividi stentai a riconoscerla, aveva i capelli sulle spalle e ricci, mi disse che una volta li aveva lunghissimi ed ora si preparava ad averli più o meno come prima.
I suoi neri occhioni erano sempre un po’ tristi, ma nel loro profondo si intravedeva la serenità.
Parlammo a lungo, furono due ore indimenticabili, andammo a trovarla  altre volte, anche con mio marito, lei continuava a dirci che non c’erano condizioni per non aver figli e mi diede delle gocce omeopatiche.
Un anno dopo, dal nostro primo incontro ritornai da lei ma con una sorpresa:ero una settimana in ritardo! Lei mi fece il test: positivo!
Tutta la gravidanza ci fu solo lei, e verso il termine decidemmo di partorire nella sua casa di maternità.
Non so perché quella mattina pensai a tutte quelle cose, avrei continuato se un altro dolorino mi prese all’improvviso.
Decisi di coccolarmi vicino al mio amore e aspettare il giorno, nel sonno ogni tanto avvertivo qualche dolorino, da non svegliarmi.
Ritornando alla bella giornata, mi sentii, nonostante la notte un po’ agitata e le perdite di buon umore.
Mio marito era andato al lavoro, non gli dissi nulla, quando si avvicinò al letto per darmi un bacio del buongiorno non gli dissi nulla né del sogno, né delle perdite, non volevo allarmare nessuno, neppure l’ostetrica,lo  desideravo, perché sentivo che erano le ultime ore che vivevo in simbiosi con la mia creatura, stare con lui/lei, avvertire i suoi movimenti per non dimenticarli mai più, coccolarci, parlarci e dirgli/le di non temere nulla, che avremmo lavorato in team e io avrei fatto il possibile per aiutarlo.
Stranamente, per essere una mamma già “attempata”, non temevo per lui, ne per me, anzi non pensavo volevo godermi gli attimi e preparare il “nido”.
Feci una doccia bella calda, i dolorini persistevano, poi presi cura del mio corpo, mi lavai i capelli e mi feci una maschera al viso: oggi o domani sarebbe arrivata una persona importante e dovevo essere presentabile!
Mangiai una colazione energetica e dopo quasi 9 mesi mi fumai la mia prima sigaretta, seduta in giardino.
Decisi di andare a fare della spesa, mi vestii, come se andassi ad un matrimonio!
Tutto però avveniva lentamente perché i dolorini diventavano di tempo in tempo sempre più vicini, anche se a volte mi  lasciavano in pace per un lungo periodo.
Arrivata da far la spesa preparai i gnocchi alla romana perché sapevo che a Silvia piacevano tanto, così, quando saremo andati da lei  li avrei portati e lei sarebbe stata felice.
Silvia che ostetrica particolare: all’inizio quando andavo da lei ne senti sul suo conto di cotte e di crude, pure che era,  una donna instabile.
Non feci mai caso alle dicerie, man mano che la conoscevo, vedevo solo una donna che doveva aver lottato tanto per sé stessa , per vivere e anche per amore, ma lei era schiva; in gravidanza sembravamo anche amiche, ma lei non andava oltre, ma penso che lo faccia con tutti, ama stare con gli altri, ma il suo amore per la montagna mi fa immaginare ad una donna a cui la solitudine è la sua migliore amica.
Pranzai, un bel piatto di pasta, come gli sportivi prima di una gara, i dolori aumentavano ma dovevo finire la pasta!
Dopo pranzo mi telefonò mio marito, a questo punto dovetti dirgli la situazione, lui si allarmò subito:” hai telefonato a Silvia?” Gli risposi che ancora non l’avevo fatto, ma di stare sereno perché erano solo dolorini ed io ero tranquilla, gli dissi che mi sarei fatta un pisolino in giardino col sole e poi l’avrei chiamata.
Lui mi avvertì’ che per le quattro sarebbe arrivato.
Sulla sdraio i dolorini aumentarono di intensità e sovente dovevo andare in bagno a far pipì, e ogni volta il muco era sempre più rossastro, incominciavo un po’ ad allarmi, ma decisi per la mia creatura di essere calma.
In giardino inizia  a respirare vocalizzando (come mi aveva insegnato Silvia)  passò più di un ora e già mi sentivo meglio, rientrai perché l’aria stava diventando fresa  ed erano quasi le quattro.
Appena rientrata in casa però i dolori aumentarono: erano di breve durata ma più intensi. Decisi per un bel bagno caldo, così quando arrivò mio marito mi trovò nella vasca da bagno, con l’acqua calda l’intensità diminuiva.
Mio marito, andò a cambiarsi, ma quando ritornò mi disse di uscire dall’acqua, era più di un ora che ero dentro la vasca da bagno…..
Mio marito mi aiutò ad asciugarmi e a vestirmi, ma finito tutto ebbi una contrazione violenta e di una durata che a me parve immensa. “Hai chiamato Silvia?” Gli risposi che non lo avevo ancora fatto, allora lui borbottò qualcosa tipo:”solita testarda, carico l’auto e andiamo subito da lei”; mi parve di sentire anche un .”non provare a fare resistenza”, comunque anch’io sentivo il bisogno di vederla.
Arrivati da lei, ci aprì la porta una Silvia radiosa, come il sole che piano, piano stava andando a dormire.
Mi fece subito un tracciato, mio marito era nervoso, allora lei le preparò un caffè e gli permise di fumare sul balcone della cucina, quando rientrò nella stanza dello studIo, sorridendo mi disse Luk è sistemato!
Alla visita fu presente anche lui, capivo osservando i suoi occhi che la situazione era buona, infatti ci disse che eroi sui 5 cm, collo appianato testa ben adattata,  sorridente disse: fra poco sarete in tre!
Scomparve per 5 minuti, poi rientrò in studio e disse:” ora la casa è vostra sistematevi come volete e  dove volete”.
Le contrazioni aumentarono di durata ed intensità, lei respirava ad ogni mia contrazione con me e mio marito mi massaggiava i reni.
Ad un certo punto però mi persi, non riuscì più a controllare il dolore, nell’acqua non volevo andare, respirare no, in quella posizione no, il tutto durò una bella mezz’ora poi mi Silvia mi prese il viso e guardandomi negli occhi mi disse una frase che mio padre mi diceva sempre quando facevo i capricci, come la sapesse  non lo so, lasciai la magia della sua intuizione in quel momento.
La frase fece l’effetto desiderato, mi quietai, lei mi fece bere un thè caldo e ci disse di stare una decina di minuti noi due da soli, io sapevo che lei sarebbe andata a fumarsi una sigaretta, allora le chiesi se potevo fumarne una anch’io, lei mi disse certo ma dalla finestra e mi regalò una delle sue.
I 10 minuti divennero una mezz’ora, le contrazioni aumentarono ed insieme il desiderio di spinta.
Ero in posizione a carponi, quando mi rigirai vidi la stanza in cui mi trovavo totalmente cambiata, con la sedia olandese in un angolo, guardai Silvia, lei mi sorrise e mi disse, :”ora nasce.”
Mi visitò ero completa mi fece spingere in varie posizioni poi scelsi la sedia.
Spinsi, con lei che ungeva d’olio d’olivo, preciso, extravergine biologico, il mio perineo, dopo ogni spinta e per incoraggiarmi mi diceva che sarebbe nato con la brillantina!
Ad ogni spinta venivo incoraggiata, finchè non sentì un bruciore intenso in vagina, Silvia mi disse di soffiare come sul bruciato, ma sentivo che lei alleviava questa sensazione con oli , con la sua mano e con un panno. Una forte contrazione uscì la testa! Con il corpo ancora dentro già si faceva sentire, Silvia la/lo salutava e la puliva, la contrazione successiva uscì il corpo ed ebbi l’impressione che fosse passato un serpentino, poi la nostra bimba in braccio, che emozione mio marito ed io piangevamo e abbiamo pianto anche quando è uscita la placenta e dopo che eravamo tutti e tre a letto. Silvia per prenderci in giro ci disse che lei non amava lavare i bimbi appena nati, ma che questa volta noi avevamo fatto un salto alla sua regola, perché si era perfettamente pulita con le nostre lacrime!


Era notte ma io vedevo una luce enorme intorno a me, sentivo vibrare ogni cosa dentro, e quando si attaccò al seno sentì che eravamo ancora una sola cosa.

giovedì 27 febbraio 2014

LETTERA MIA A CHI LEGGE I BLOG

In questo blog, voglio precisare che non c'è in me alcuna intenzione nel distruggere l'immagine del parto in ospedale per favorire quello in extrastruttura, come mi è stato detto, ma il mio unico e solo scopo è quello di diffondere, informare, portare le persone ad aprire la loro mente ed il loro cuore.; non pensare perchè lo fan tutti significhi giusto.
Il mio interesse va al neonato e prima ancora al feto, alla donna e prima ancora alla sua gravidanza.
Nascere e morire sono per me eventi speciali, nel mezzo vi è la vita con le sue battaglie quotidiane e i suoi dolori e le sue gioie.
PARTORIAMO SOFFRENDO, MA E' UNA SOFFERENZA SPECIALE, ATTIVA CHE CI AIUTA AD AVERE TRA LE NOSTRE BRACCIA IL NOSTRO CUCCIOLO.
PER IL NEONATO NASCERE E' UN TRAUMA, IL SUO PRIMO DOLORE.

Detto ciò il mio desiderio è che la donna, le coppie sappiano muoversi in questo intrigato mondo della scienza, che pretendano che sia dato loro e per il proprio figlio  rispetto completo, sia accettati per la loro  soggettività e la loro storia personale; che possano domandare ed essere ascoltati,che siano informati e che sappiano porsi dei dubbi, che vengano informati sulle normative di legge e dell' O.M.S, per quanto riguarda la gravidanza.
Infatti sia per la legge italiana e per l'O.M.S.  le gravidanze devono essere seguite da un'ostetrica, che possiede tutta la formazione per poterlo fare, quando esse diventano patologiche l'ostetrica lavorerà in team con il ginecologo, per reimpostare una situazione e mai lascerà la donna e la coppia sola.
Da uno studio di antropologici, sociologi e medici è emerso che una donna seguita in gravidanza da
un'ostetrica riduce del 90% il rischio che la sua gravidanza diventi patologica e che il suo parto sia fisiologico.
Appena siamo gravide si va, perchè è normale dal ginecologo, ma la gravidanza, come la mestruazione è un evento fisiologico, allora perchè  questa normalità,forse riportata dai film americani, da internet.....

Siamo molto informati, ma poco formati.
Tutto qua un pensare, un aggiornamento continuo, un tarlo nella vostra mente.
Molte cose sono migliorate, certamente ma non ancora abbastanza, perchè la scienza, sovente, si avvale nel nostro operato della medicina legale e sul concetto di  produzione, già la parola AZIENDA OSPEDALIERA, dovrebbe portare a pensare.
Certo io ritengo che un parto senza violenza è più facile averlo in una casa di maternità o a casa, ma questa è una scelta di ognuno di noi.
Voi dovete abbattere le barriere che provocano violenza e solitudine alle donne e ai bambini, e finchè non si riconoscerà che un neonato già nel ventre materno non è un soggetto passivo ma ATTIVO, non si accetterà di considerare il neonato come indivduo, si in via di formazione, ma con già sui personali strumenti per la sopravvivenza, ma meno conteniamo il suo dolore, piu' questo stagnerà nella sua anima ed uscirà nel corso della sua esistenza .

TARDI PARLARE DI BAMBINI E FAMIGLIA IN ETA' SCOLARE (3 ANNI IN SU),
LE FONDAMENTA DI UN UOMO SI GETTANO GIA' NELLA SUA VITA PRENATALE E AL MOMENTO DELLA NASCITA.

COME IL FETO NON E' UN SOGGETTO PASSIVO, NEPPURE IL NEONATO.
NEL PRIMO ANNO DI VITA E NEGLI ANNI DELLA SUA PRIMA INFANZIA OCCORRE LAVORARE SULLA SUA INTELLIGENZA EMOTIVA, COME DICEVA G.PARISI:"COSA CI IMPORTA SE UN BAMBINO A TRE/4 ANNI SA GIA' SCRIVERE E LEGGERE, PUO' IMPARARE CON FACILITA' ANCHE A 8, MA DOBBIAMO INVECE STIMOLARE LA SUA INTELLIGENZA EMOTIVA, LE SUE EMOZIONI, E DI CONSEGUENZA LA SUA CAPACITA'  DI GESTIONE"

PRIMA DI LUI L'HANNO DETTO,ANCHE URLATO ALTRE PERSONE  PEDAGOGISTI, MEDICI PSICOLOGI.

Ora abbiamo parlato di parto e di neonato e di bambino, ma anche noi nella nostra normalità se abbiamo dei problemi emotivi ci rivolgiamo prima allo psichiatra che al psicologo, se abbiamo dolore prendiamo dei farmaci, ma non ci fermiamo a pensare che forse è solo il nostro corpo che ci chiede riposo e così via......

NON MI FERMERO', SONO TANTI GLI ARGOMENTI CHE INSIEME A VOI POSSIAMO CONDIVIDERE O NO , MA ANCHE LA MEDESIMA NON CONDIVISIONE AIUTA ME A CRESCERE E RIFLETTERE, COME SONO TANTI GLI ARGOMENTI SU CUI POSSIAMO RIFLETTERE, ANCHE SOLO FARE CIO' E' UN GRAN PASSO IN AVANTI......






mercoledì 26 febbraio 2014

CONOSCENZA PER IMMAGINI RITARDO DI PARTO




IMMAGINI DI COME VENGONO SVOLTI I CONTROLLI GRAVIDANZA A TERMINE
1 CARDIOTOCOGRAFO PER CARDIOTOCOGRAFIA
2 ECOGRAFO PER VALUTAZIONE LIQUIDO E FUNZIONALITA' PLACENTA
3 STIMOLAZIONE PARTO MEDICO PER L'INTRODUZIONE DI PROSTAGLANDINE  CON GEL, ULTIMAMENTE INTRODUCONO IN VAGINA UNA FETTUCCIA IMBEVUTA DI PROSTAGLANDINE. (LA FOTO E' SOLO PER CONOSCERE IL MECCANISMO DI INTRODUZIONE, OVVIAMENTE COME SI VEDE NON E' UN UTERO GRAVIDICO,MA MI SERVIVA PER ESEMPIO E SEMPLIFICARE)
COMUNQUE DURANTE L'APPLICAZIONE DELLE PROSTAGLANDINE LE DONNE DEVONO RIMANE IN POSIZIONE SUPINA PER MEZZ'ORA, MAX UN'ORA CON IL BATTITO MONITORIZZATO IN CONTINUO.

SI ARRIVA PIU' APPLICAZIONE PERCHE' UNA SOLA NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI NON PRODUCE CONTRAZIONI, SE IL TRAVAGLIO NON PARTE SPONTANEAMENTE DI SOLITO SI PASSA ALL'INFUSIONE IN VENA DI OSSITOCINA, POI.....

TUTTO CIO' A SEMPLICE SCOPO INFORMATIVO, IN QUANTO POCHI SANNO COSA LE SUCCEDE QUANDO DEVONO FARE I CONTROLLI PER RITARDO, TANTO MENO COME INIZIA UN PARTO MEDICO.




GRAVIDANZA OLTRE IL TERMINE.

LA VALUTAZIONE DI UNA GRAVIDANZA OLTRE IL TERMINE E L'AVVIO DELLA STIMOLAZIONE DEL PARTO VARIA DA REGIONE IN REGIONE, MA ANCHE NELLA STESSA PROVINCIA CI SONO OSPEDALI CHE APPLICANO PROTOCOLLI DIFFERENTI.

LA GRAVIDANZA E' A TERMIME A 42 SETTIMANE, PURTROPPO PER QUESTIONI PRETTAMENTE LEGALI SI STIMOLA IL PARTO PRIMA, PERCHE' LA DONNA PERDENDO DELLA PROPRIA SOGGETTIVITA', VIENE INTRODOTTA IN UN PROTOCOLLO E DI CONSEGUENZA IN UN LAVORO CON PIU' PERSONE PER CUI SI DECIDE CHE QUELLA DATA VA BENE PER TUTTE. QUINDI INIZIANO I CONTROLLI GIORNALIERI CARDIOTOCOGRAFIA ECOGRAFIA, VISITA PER UNA SETTIMANA, TALE SITUAZIONE OVVIAMENTE PROVOCA STRESS E ANSIA NELLA DONNA E NEL SUO CONTESTO FAMILIARE IN CUI VIVE, CHE CERTAMENTE NON L'AIUTANO A RILASSARSI E A FAVORIRE LA FUORIUSCITA DEGLI ORMONI FAVORENTI IL PARTO.

NELLA VALUTAZIONE DELLA GRAVIDANZA A TERMINE, COME CONSIGLIANO LE LINEE GUIDE DELL'O.M.S., VANNO PRESI IN CONSIDERAZIONI VARI FATTORI: LA CERTEZZA DELL'ULTIMA MESTRUAZIONE, SE SI SA ALL'INCIRCA IL PERIODO DEL CONCEPIMENTO, L'ANAMENESI MESTRUALE DELLA DONNA, POSIZIONI DEL FETO,MISURAZIONE DELLA SINFISI PUBICA, ED ALTRI FATTORI..
A 42 SETTIMANE SI VALUTA LA QUANTITA' DEL LIQUIDO AMNIOTICO E LA FUNZIONALITA' PLACENTARE.

ALCUNI ANNI FA E NON TANTI AVEVO UNA DONNA TERZIPARA CHE ERA IN RITARDO, VOLEVA PARTORIRE A CASA, GRAZIE A DUE GINECOLOGICI CHE CONOSCONO ANCORA L'ARTE OSTETRICA A 42 SETTIMANE L'ABBIAMO MONITORIZZATA. IO OGNI GIORNO LE FACEVO LA CARDIOTOCOGRAFIA E OGNI TRE GIORNI FACEVA L'ECO ED IL LIQUIDO AUMENTAVA, INOLTRE DALLA MISURAZIONE DELLA SINFISI PUBICA, OSSIA UNA MISURAZIONE DELLA PANCIA CHE FACCIAMO CON IL CM, LA PANCIA NON CORRISPONDEVA ALLA DATA 42 SETTIMANA.

ANDAMMO AVANTI PER DUE SETTIMANE, PARTORI' A 44 SETTIMANE SENZA ALCUNA STIMOLAZIONE, IL SUO CUCCIOLO QUANDO NACQUE ERA RICOPERTO DI VERNICE CASEOSA, CIO' SIGNIFICAVA CHE NON ERA NEPPURE DI 40 SETTIMANE!

CI SONO STATI CASI IN CUI A 40 HO DOVUTO STIMOLARE PERCHE' IL CM, CHE NON SBAGLIA MAI, MI DICEVA CHE ERAVAMO OLTRE, INFATTI ECOGRAFICAMENTE VI ERA UNA RIDUZIONE DEL LIQUIDO E QUANDO NACQUE LA BIMBA CORRISPONDEVA AD UN PARTO A 42 SETTIMANE.
INSOMMA VI RIPORTO DEGLI ESEMPI, MA CONTINUO A DIRVI CHE DOVETE RAGIONARE PERCHE' UNA DONNA E' PERFETTAMENTE PREPARATA, DOVETE CHIEDERE, NON AVERE PAURA PERCHE' IL VOSTRO CUCCIOLO NON E' UN ESSERE PASSIVO E DA I SUOI DOVUTI SEGNALI.
UTILIZZO DELLA SCIENZA E DELL'ARTE, MAGNIFICO COSI DOVREBBE L'OSTETRICIA, NON "UN PARTIFICIO INDUSTRIALE".
BISOGNA DIALOGARE CON LA DONNA E LA COPPIA, DONARE LORO IL LORO GIUSTO TEMPO, NON IN FILA......RISPETTARE LA SOGGETTIVITA' DI OGNI DONNA E SONO SICURA CHE L'INTUIZIONE ED IL BUON SENSO AVRANNO SEMPRE IL SOPRA LUOGO NELLA COPPIA E NELL'OPERATORE..

martedì 25 febbraio 2014

ANALGESIA DEL PARTO E PARTO TECNICO

AL XXI CONGRESSO INTERNAZIONALE SULLA NON VIOLENZA E' STATA VOTATA ALL'UNANIMITA' LA MOZIONE DI UNA ASSOCIAZIONE ITALIANA SULLA NON VIOLENZA CHE HA AVUTO IL CORAGGIO DI PARLARE DI NASCITA.

UNA VERITA' ANCHE SCOMODA ANCHE A TROPPI: QUELLA DELLA CECITA' EMOTIVA DELLA CULTURA ODIERNA CHE SACRIFICA SULL'ALTARE DELL'IGNORANZA IL PARTO, LA NASCITA ED IL DOPO PARTO NATURALI.
OGNI SINGOLO PUNTO DELLA MOZIONE CI ESORTA AD INTERROGARCI CON SERIETA' SULLE PRATICHE OSPEDALIERE APPLICATE DI ROUTINE IN OSPEDALE, COMPRESA L'ANALGESIA DEL PARTO, DEL TRAVAGLIO E DELLA NASCITA E CHE NOI DIAMO PER  NORMALI MA CHE PURTROPPO NATURALI ED INNOCUE NON SONO AFFATTO, COME RISULTA DALAA RICERCA E DALLE RACCOMANDAZIONI DELL'ORGANZZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA'(O.M.S) E DAL LIBRO DEL CORAGGIOSO NEONATOLOGO E COMMISSARIO O.M.S. " LA MACCHINA DEL PARTO": WAGNER. A DIFFONDERE UN PENSIERO ED UNA ATTENZIONE AL MOMENTO DELLA NASCITA, A CUI LE PRATICHE DOMINANTI O DI INTERESSE LOBBYSTICO E DELLE ASE FARMACEUTICHE, SONO ACCETTATE ESPROPRIANDO DONNE E NEONATI AD OGNI SOGGETTIVITA'  E LI SOTTOPONGONO A VIOLENZE DI OGNI GENERE:FISICHE PSICOLOGICHE, RELAZIONALI E SOCIALI.

VIENE LA TENTAZIONE DI CHIUDERE GLI OCCHI , ALLONTANARE LO SGUARDO; LO RICONOSCO E' DOLOROSO ACCETTARE DI APRIRE LA MENTE ED IL CUORE SULLE INUTILI E CRUDELI SOFFERENZE PSICOFISICHE IMPOSTE ALLE DONNE E AI LORO PICCOLI, ANCHE PROMETTENDO UN PARTO SENZA DOLORE, DURANTE IL TRAVAGLIO, LA NASCITA, ED IL DOPO PARTO.
eCCO IL PREZIOSO TESTO DELLA MOZIONE APPROVATA INTERNAZIONALMENTE DAL MOVIMENTO NON VIOLENTO.


                                                   MOZIONE

OGNI DONNA E' PERFETTAMENTE PREPARATA  A PARTORIRE, COME OGNI NEONATO E' PERFETTAMENTE PREPARATO A NASCERE.
A PARTIRE DA QUESTA FRASE DI LORENZO BRAIBAINTI, GRANDE AMICO DELLA NON VIOLENZA, IL MOVIMENTO NON VIOLENTO SI IMPEGNA:

A DIFFONDERE

INFORMAZIONE

CONOSCENZA

PRATICHE SULLA NASCITA SENZA VIOLENZA


A RICONOSCERE

LE VIOLENZE( POSIZIONI, SOLITUDINE, TAGKI CESAREI NON OPPORTUNI, ANALGESIA DEL PARTO, ECT,....) E LE ESPROPRIAZIONI SOTTOPOSTE LE DONNE, ANCORA OGGI IN TANTI OSPEDALI DURANTE IL PARTO, COME VIOLENZE SESSUALI E DI GENERE;


A LOTTARE

CONTRO UNA MEDICINA CHE SI è SOSTITUITA AL SAPERE DELLE DONNE E DEL NEONATO






parto tecnico

AL XXI CONGRESSO DELL'ASSOCIAZIONI NON VIOLENTE DEL MONDO SVOLTESI A VERONA IL 3-7 NOVEMBRE 2007, LA MOZIONE DELL'ASSOCIAZIONE NON VIOLENTA ITALIANA E' STATA ACCETTATA ALL'UNANIMITA'.
RITENGO IMPORTANTE E SIGNIFICATIVO IL FATTO CHE UNA DELLE PRINCIPALI ASSOCIAZIONI ITALIANE SULLA NON VIOLENZA ABBIA AVUTO IL CORAGGIO DI DENUNCIARE UNA VERITA' ANCHE SCOMODA A TROPPI: LA CECITA' EMOTIVA  DELLA CULTURA ODIERNA CHE SACRIFIA SULL'ALTARE DELL'IGNORANZA IL PARTO E LA NASCITA NATURALI.
OGNI SINGOLO PEZZO DELLA MOZIONE CI ESORTA A RAGIONARE ED AD INTERROGARCI CON SERIETA' SULLE PRATICHE DI ROUTINE, COMPRESA L'ANALGESIA DEL PARTO, APPLICATE AL TRAVAGLIO ED ALLA NASCITA E CHE NOI DIAMO PER SCONTATE PERCHE' RITENUTE NORMALI, MA PURTROPPO NATURALI ED INNOCUE NON SONO AFFATTO, COME RISULTA DA NUMEROSI STUDI E DALLE RACCOMANDAZIONI DELL'ORGANIZZAZIONE DELLA SANITA' (O.M.S) E DAL CORAGGIOSO LIBRO DEL NEONATOLOGO E COMMISSARIO DELL'OMS WAGNER: " LA MACCHINA DEL PARTO".
VIENE LA TENTAZIONE DI CHIUDERE GLI OCCHI, ALLONTANARE LO SGUARDO E LO RICONOSCO: ACCETTARE DI APRIRE LA MENTE ED IL CUORE SULLE INUTILI E CRUDELI SOFFERENZE FISICHE E PSICOLOGICHE INFLITTE ALLA DONNA E AL NEONATO, ANCHE NELLA PROMESSA DI UN PARTO SENZA DOLORE, DURANTE IL TRAVAGLIO, LA NASCITA E LE ORE ED I GIORNI DOPO.

ECCO IL PREZIOSO TESTO DELLA MOZIONE APPROVATA DAL MOVIMENTO NON VIOLENTO INTERNAZIONALE.

                                                     
                                                       MOZIONE

OGNI DONNA E' PERFETTAMENTE PREPARATA A PARTORIRE, COME OGNI NEONATO E' PERFETTAMENTE PREPARATO A NASCERE.
A PARTIRE DA QUESTA FRASE DI LORENZO BRAIBANTI, GRANDE AMICO DELLA NON VIOLENZA, IL MOVIMENTO NON VIOLENTO SI IMPEGNA:

A DIFFONDERE


INFORMAZIONE

CONOSCENZA

E PRATICHE SULLA NASCITA SENZA VIOLENZA.

A  DIFFONDERE UN PENSIERO ED UNA PRATICA DI ATTENZIONE AL MOMENTO DELLA NASCITA DOVE LE PRATICHE APPLICATE DI NORMALE ROUTINE E GLI INTERESSI LOBBYSTICI E DELLE CASE FARMACEUTICHE, VENGONO COMUNEMENTE ACCETTATE ESPROPRIANDO DONNE E NEONATI DI OGNI SOGGETTIVITA' E LI SOTTOPONGONO ANCHE NEL DOPO PARTO, SOPRATTUTTO IL NEONATO A VIOLENZE DI OGNI GENERE, FISCA, PSICHICA, RELAZIONALI E SOCIALI.


A RICONOSCERE

LE VIOLENZE (POSIZIONI, SOLITUDINE, TAGLI CESARI NON OPPORTUNI, ANALGESIA DEL PARTO ECT,,)

E

LE ESPROPRIAZIONI A CUI SONO SOTTOPOSTE LE DONNE DURANTE IL PARTO IN OSPEDALE COME VIOLENZE SESSUALI E DI GENERE;


A LOTTARE


CONTRO UNA MEDICINA CHE SI E' SOSTITUITA AL DI SOPRA DELLE DONNE E DEI BAMBINI




























lunedì 24 febbraio 2014

raccconto di un parto in casa di maternità


PARTO DI N.

Era per me  importante far nascere mio figlio in un ambiente dolce, accogliente.
All’inizio della gravidanza mi veniva proposto il parto senza dolore, le mie amiche me lo consigliavano come una conquista della donna, anche la mia ginecologa me lo indicava come un’ottima possibilità.
Incomincia ad informarmi sul parto e sulla peridurale, andando a fare  la visita in ospedale dall’anestesista.
Durante le gravidanza leggevo non solo sulla nascita ma informazioni sul dolore, scritti di sociologia che parlavamo che viviamo in una società che non accetta più alcun dolore fisico e mentale.
La stessa pubblicità ci presenta persone che al  minimo accenno di mal di  testa  prendono un antidolorifico e di solito la maggior parte sono persone belle e impegnate in lavori di successo o in storie d’amore stupende.
Un mal di capo non è forse un segnale del nostro corpo che ci chiede di fermarci e di occuparci di noi?
Pensieri che apparentemente non avevano a che fare con la gravidanza, ma ne avevo bisogno ,per cui li prendevo in prestito libri in biblioteca, mi informavo con internet e ne discutevo sempre con mio marito.
Una sera pensammo che forse la maniera per riuscire a sopportare il dolore è l’ambiente ed il rapporto continuativo con l’ostetrica.
Al corso preparto ci dicevano che eravamo libere di scegliere qualsiasi posizione, che il parto era gestito da noi.
A casa con mio marito dicevo:” ma se nella nostra casa abitassero anche i tuoi genitori, noi saremo capaci di essere liberi di scegliere ogni attimo della nostra intimità? In fondo in ospedale, non comanda l’ostetrica, ma il ginecologo e sopra di lui un primario, poi ci sono degli orari da rispettare, dei protocolli….
Mio marito capì dovevo volevo arrivare ma era impaurito a fare un parto a casa.
Il giorno dopo mi preparai a cercare una casa di maternità o un ospedale che garantisse certe cose, pronta andare all’estero!
Verso sera venni a conoscenza di un’ostetrica che da anni gestiva nella mia città una casa di maternità.
Qualcuno ne parlava male come una qusi 50enne fuori, qualcuno ne parlava  con tanto amore.
Due giorni dopo andai a trovarla: era un soggetto normale, pensava alle mie stesse cose, ma si sentiva la sua frustrazione che non veniva ascoltata la  sua passione per il lavoro che faceva.
Fu molto onesta mi disse di continuare ad andare dalla mia ginecologa, avevo solo più due visite, ma di tenerla sempre aggiornata.
Alla sera ne parlai con mio marito: era d’accordo con me di andare  un sabato insieme a trovarla, anche  perché anche lui la conoscesse.
Arrivò finalmente quel sabato e mio marito fu entusiasta di lei, per cui optammo di partorire nella sua casa di maternità
Arrivò il momento del parto.
Passai le mie ore di travaglio con mio marito e l’ostetrica, come su di un battello, accompagnati da musiche diverse dalla classica al rock, al jazz……
Poi le spinte, poi la mia bimba.
Quando la presi in braccio e lei mi guardò con i suoi occhioni ebbi la sensazione di essere stata colpita da un fulmine ed allora capii che quello era amore.
Andammo a letto tutti e tre, l’ostetrica si allontanò, ma si sentiva la sua presenza dolce e materna.

La mia bimba nacque nel primo pomeriggio di un giorno d’inverno, presto si fece buio e tutti e tre ci addormentammo abbracciati

immagini di parto in acqua

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PARTO IN ACQUA

Col parto in acqua si ottiene che:


- il dolore si attenua;
- i tempi di travaglio si accorciano;
il numero di episiotomie si riduce.
L’acqua infatti agisce a vari livelli: facilita il rilassamento della muscolatura e aumenta la produzione di endorfine, che sono analgesici naturali, e di ossitocina, responsabile delle contrazioni uterine che innescano il travaglio e rendono possibile il parto. Infatti, tramite l’acqua la donna si isola con maggiore facilità dal mondo esterno, entra in contatto con la sua parte più profonda, lasciando agire l’ipofisi, la parte più antica del cervello, che è responsabile della produzione di ossitocina.
Come si è detto è più raro che sia necessario intervenire con un’episiotomia, ma anche con altre operazioni  esterne poco gradevoli come la manovra Kristeller, che è dolorosa e pericolosa (è vietata in molti paesi europei), ma ancora diffusa in Italia. Questi interventi infatti non solo sono inattuabili in acqua, ma non si rendono neanche necessari, dato che l’acqua rende più efficace il travaglio la fase delle spinte.
Per quanto riguarda invece le possibili controindicazioni, non sono stati rilevati per il nascituro né rischi igieniciné il pericolo di inalare l’acqua: il riflesso apneico è funzionate, quello faringeo stimola la deglutizione, nel caso che l’acqua entri nel cavo orale.
Non è possibile partorire in acqua solo in presenza di importanti patologie della mamma o del bambino: gestosi, ipertensione arteriosa, iposviluppo fetale e sofferenze fetali.
Se volete partorire in acqua, dimenticatevi però l’anestesia epidurale: una cosa esclude l’altra, perché il catetere inserito per somministrare l’analgesico non può essere immerso in acqua. Valutate quindi in anticipo rispetto al parto se preferite un tipo di analgesia farmacologica, oppure se trovate più interessante affidarvi al potere del vostro corpo di generare endorfine, con l’aiuto dell’acqua.
Se i vantaggi sono così tanti rispetto agli svantaggi, perché ancora poche donne sfruttano questa possibilità?
Innanzitutto gli ospedali che offrono il servizio non hanno ancora una diffusione capillare. Inoltre, anche laddove è possibile partorire in acqua, il numero di vasche è limitato, quindi può succedere di trovare la vasca già occupata. E infine, forse, non tutto il personale medico e paramedico è preparato e desidera seguire un travaglio e un parto in acqua. La tradizione è dura a morire!
Se siete assolutamente convinte di voler partorire in acqua, e ne avete la possibilità, è consigliabile secondo me rivolgersi a strutture private che consentono di partorire in un appartamento con l’assistenza dell'ostetrica, dove, se lo desiderate, sapete che la vasca per il parto sarà a vostra disposizione.



domenica 23 febbraio 2014

CASE FARMACEUTICHE E TERZO MONDO

AGENZIA FIDES. (RIASSUNTO)

La causa di morte nei paesi in via di sviluppo non è solo dovuta alla carenza alimentare.
Il 97% dei decessi è per cause infettive.
Il grave problema è la reperibilità dei farmaci (una semplice cura può equivalere ad un mese di stipendio)Per il loro costo alcuni farmaci salvavita non sono stati inseriti nell’elenco dell’Organizzazione Mondiale della sanità -aggiornato periodicamente- , dei farmaci essenziali, cioè quelli che soddisfanno la maggior parte della popolazione e per questo devono essere prodotti in quantità necessarie.
 
Sul costo dei farmaci pesa, inoltre, l’esclusiva delle case farmaceutiche nel produrre un farmaco protetto da brevetto e nel decidere il suo prezzo per tutta la durata del brevetto. Il brevetto ha un periodo di 20 anni. Solo alla fii produttori locali sono costretti a pagare licenze costosissime per partecipare ad un mercato –quello del farmaco- nel quale non riusciranno mai a competere con i grandi colossi mondiali; la presenza di questi ultimi, infine, scoraggia le attività di ricerca e di sviluppo anche tecnologico a livello locale. Inoltre, nessun vantaggio arriva alle popolazioni locali dalla sperimentazione dei brevetti, poiché il produttore ha la possibilità di scegliere autonomamente il luogo di produzione.ne del brevetto il farmaco diventa generico: può, quindi, essere prodotto da altre case farmaceutiche, e le leggi della concorrenza comportano un possibile abbasso e i produttori locali sono costretti a pagare licenze costosissime per partecipare ad un mercato –quello del farmaco- nel quale non riusciranno mai a competere con i grandi colossi mondiali; la presenza di questi ultimi, infine, scoraggia le attività di ricerca e di sviluppo anche tecnologico a livello locale. Inoltre, nessun vantaggio arriva alle popolazioni locali dalla sperimentazione dei brevetti.



Le case farmaceutiche affermano che gli elevati prezzi dei medicinali derivano dai costi alti della ricerca, che spesso, però, sono sostenuti da finanziamenti pubblici. I guadagni sono elevatissimi, tanto che il settore farmaceutico, con una crescita annua che si aggira intorno al 18%, è secondo solo ai giganti dell’informatica. Nonostante enormi profitti, le multinazionali non investono in ricerca per farmaci che potrebbero salvare le malattie di cui si muore ancora, nei paesi in via di sviluppo, né prevedono una politica di prezzi diversi, a seconda dei paesi in cui i farmaci vengono venduti. Un raggio di sole, in questa situazione disastrosa, è stata una legge firmata, nel 1997, da Mandela, che permetteva, tra le altre cose, la produzione locale dei farmaci e le importazioni parallele, per cercare di far fronte ad una piaga, quella dell’Aids, che in Sudafrica, tra il 1997 e il 2000, ha dato la morte a circa 400 milioni di persone.
Nel 1998 un gruppo di case farmaceutiche ha iniziato un’azione legale contro questa legge


Un’ombra terribile si abbatte sulla questione della salute nei paesi in via di sviluppo: il dubbio che le case farmaceutiche sperimentino tra pazienti già gravemente malati, farmaci da vendere, poi, con prezzi esorbitanti, sui mercati internazionali, aumentando ancora di più la non accessibilità dei poveri ai farmaci essenziali, oltre a macchiarsi di un crimine come la riduzione dell’uomo a cavia, senza il minimo rispetto per nessuno dei diritti umani, propri di ogni individuo. A causa di queste testimonianze- vere o presunte- circa le sperimentazioni, l’Associazione medica mondiale ha dovuto rivedere e rendere più rigide le linee della Dichiarazione di Helsinki (dal 1964 regola gli esperimenti clinici sull’uomo), vietando il reclutamento di individui poveri e favorendo l’uguale adozione delle leggi morali in tutto il mondo.

Certamente, alcune situazioni presenti nei paesi poveri, sono molto allettanti per le case farmaceutiche: innanzitutto una passione scientifica per la ricerca, che viene accresciuta dalla possibilità di avere una casistica rilevante, per malattie per cui i casi, in Occidente, sono  staticamente non significativi, come è accaduto nel 1996, in Nigeria, nella città di Kano, drima di esseove esplose un terribile focolaio di meningite (la vicenda è stata anche scelta per la sceneggiatura di un film di denuncia). Per dare un fondamento scientifico ad un brevetto, occorre che il farmaco sia sperimentato su circa 4000 individui, prima di essere messo in commercio. Un esperimento può arrivare a costare 10 mila dollari a paziente, in Europa, e meno di 1500 in Africa. Altro punto che fa scegliere i paesi poveri come luoghi privilegiati per i test farmaceutici è la mancanza di rigidi controlli governativi, che rende le multinazionali farmaceutiche più libere di muoversi; inoltre, trattandosi nella stragrande maggioranza dei casi di pazienti analfabeti, il consenso informato, fatto verbalmente, ha il peso di una asserzione obbligatoria da parte del malato.

 Oltre al pericolo sperimentazione, ciclicamente, emerge un’altra terribile ipotesi: l’utilizzo, sotto forma di aiuto umanitario, di medicinali scaduti, o di farmaci tossici e falsi, creati in laboratori clandestini, soprattutto nell’est europeo, il cui mercato è estremamente redditizio; la contraffazione crea numerose morti, o rende totalmente indifesi rispetto alle malattie (i medicinali, infatti, sono fatti, spesso di acqua, farina, zucchero, cioè di nessun principio attivo in grado di contrastare l’insorgere o l’approfondirsi di una malattia).

UN PEZZO DI REALTA', CHE PROBABILMENTE IMMAGINIAMO O GIA' CONOSCIAMO, MA IMPORTANTE NON DIMENTICARE.
I PIU' BISOGNOSI SONO I BAMBINI E DI CONSEGUENZA LE LORO MADRI. PER UN BAMBINO IN CERTI PAESI LA PERDITA DELLA FAMIGLIA SIGNIFICA LA PERDITA DELLA SUA STESSA ESISTENZA.

Continuiamo a batterci xchè i colossi delle case farmaceutiche ragionino meno con i calcoli ma più con il cuore.








sabato 22 febbraio 2014

POSIZIONI DA PARTO

Fino al seicento/settecento le donne partorivano acovaciate o su sgabelli a volte molto alti.
La cultura della sedia da parto risale già al periodo Babilonese (2000 a.c:)
Nel 1598 il barbiere chirurgo Guiliemau introdusse il lettino da parto per i parti più difficili. Dal settecento questa posizione fu ufficialmente adottata anche per i parti normali, tranne che nelle campagne.
Dal XVII secolo la posizione litotomica fu introdotta definitivamente in ostetricia da alcuni urologi.
La posizione supina sostituisce la posizione verticale anche per l'introduzione del forcipe.
La posizione litotomica veniva giustificata per:
facilità acceso al perineo
facilità a mantenere la zona perineale asettica
facilità per l'utilizzo forcipe
facilità nell'assistere da parte degli operatori.

Si tratta di scuse e vantaggi dell'operatore che non prende in considerazione che in quella posizione forzata i parti sono più difficili e la donna non è ha suo agio.

Infatti ancora oggi la posizione litotomica facilita da parte dell'operatore di velocizzare il parto con episiotomie e oggi, applicazioni di ventose emanovre sull'addome della donna( dolorose) per l'espulsione del parto.

Le donne lasciate libere di scegliere la loro posizione cercano sempre posizioni verticali o accovacciate in sintonia e non in opposizione con il corpo per aiutarsi a sopportare meglio il dolore, a volte le donne assumo posizioni assimmetriche,e strambe ma queste contribuiscono alla discesa della parte presenta nello scavo pelvico.
In fase espulsiva istintivamente la donna sceglie durante le spinte posizione verticali, accovacciate, accovacciate sedute su sgabello, carponi...La stessa posizione che ad una donna dona sollievo ad un'altra è fastidiosa.
Accanto alla richiesta di sicurezza, oggi le coppie si pongono domande sull'emozioni della nascita.
L'unica risposta credibile e l'assenza di interferenza medica in un travaglio fisiologico.
Le libere posizioni vanno bene e sono giuste, ma la coppia necessità anche di un nuovo modello, anzi diciamo vecchio ed umano, l'assistenza one to one:, l'ostetrica deve sapersi adeguare alle esigenza della donna, non imporre le sue,  non abbandonarla, essere ciò che lei richiede che sia quando necessita la sua presenza, assecondarla ed aiutarla nelle crisi di panico; questo per esperienza, ottima soluzione nelle  situazioni di parti anche al limite del fisiologico.

venerdì 21 febbraio 2014

RAPPORTI COMPORTAMENTALI

Sovente ci dimentichiamo quando lavoriamo, dietro una scrivania, che abbiamo una donna gravida, con il suo passato emozionale, così capita che sicuri della scienza, diciamo delle cose alla donna in modo brutale, per poi accorgersi nel corso della visita che abbiamo errato;allora cosa si fa? si consola il marito.

Mi è capitato oggi con una donna che sicuramente il suo ginecologo non conosce la gravidanza fisiologica, dopo un esame, che non è obbligato a far fare se la glicemia è nei limiti, guardando l'esame ematico della curva di carico emette una sentenza terribile:signora lei ha il diabete gestazionale DICENDOLE TUTTE LE CONSEGUENZE POSSIBILE DEI RISCHI SUL SUO BIMBO.
Dopo aver fatto l'eco e controllato altri elementi e saputo che la donna nella notte si è mangiata 3 croissant, poche ore dall'esame, sicapisce di aver esagerato, ma invece di guardare negli occhi la donna consola il marito.
Io questa donna l'ho vista, le ho fatto un glucotest ok un esame urine negativo per glucosio, ho chiesto le sue abitudini alimentari e le ho cambiate, l'ho pesata (cosa mai fatta), invitata al movimento, spiegato, la donna era più tranquilla.
Il professionista che la vista al mattino è un grande professionista, ma la troppa sicurezza della sua scienza gli dona la sicurezza di non guardare negli occhi una donna , di considerarla in senso olistico....

Questo capita 10,100,1000, volte con una donna gravida. Si parla di gravidanza fisiologica poi in realtà non ci crediamo.

QUANDO CI RENDEREMO CONTO CHE UNA DONNA GRAVIDA E' UNA PERSONA MOLTO SENSIBILE E FACILE AL PANICO E NON UN PAZIENTE?