Era una bella
giornata di inizio primavera, il sole era tiepido ed il cielo di un
tenue azzurro, fu ciò che vidi quando aprii le persiane della mia camera da
letto.
Quella notte avevo nel sonno sognato molto, storie
strane, nei miei sogni avevo intravisto
amici e parenti defunti, mi ero vista
che partorivo nel bidet del bagno della casa di quando ero bambina, ma nulla di
tutto ciò era stato un incubo, mi aveva solo dato solo un sonno agitato.
Al mattino verso le quattro, scesi per andare in bagno,
quando pulendomi scorsi del muco rossastro sulla carta igienica ed in seguito
un dolore tipo mestruale, NON MI SPAVENTAI, SENTIVO LA MIA CREATURA MUOVERSI
DENTRO DI ME, ero di 38 settimane , pensai che non ci voleva più molto per
incontrarci.
Ritornai a letto, non svegliai mio marito, dormiva
profondamente e sereno, l’osservavo, anche per lui il tempo era passato, fili
grigi qua e la.
Mi ricordai del nostro primo incontro eravamo così giovani,
sono oramai passati 18 anni, per tanti anni desideravamo un figlio, cure,
umiliazione, farmaci, ma nulla, ma quando pensavamo di rassegnarci, ricordo
quella cena: ci presentarono una esile donna, capelli cortissimi, pallida, ci
dissero che era un’ostetrica, passammo tutta la serata insieme, era allegra e
buffa anche se nei suoi occhioni si leggeva una tristezza infinita.
Mio marito ed io da quella sera passammo altri tre anni di
sacrifici, ma nulla.
Una sera mentre leggevo il giornale locale lessi che parlavano
di quella ostetrica, non so,a mi venne un desiderio immenso di incontrarla.
Cercai il suo numero, in pochi giorni la trovai e fissai una
appuntamento da lei.
Quando la rividi stentai a riconoscerla, aveva i capelli
sulle spalle e ricci, mi disse che una volta li aveva lunghissimi ed ora si
preparava ad averli più o meno come prima.
I suoi neri occhioni erano sempre un po’ tristi, ma nel loro
profondo si intravedeva la serenità.
Parlammo a lungo, furono due ore indimenticabili, andammo a
trovarla altre volte, anche con mio
marito, lei continuava a dirci che non c’erano condizioni per non aver figli e
mi diede delle gocce omeopatiche.
Un anno dopo, dal nostro primo incontro ritornai da lei ma
con una sorpresa:ero una settimana in ritardo! Lei mi fece il test: positivo!
Tutta la gravidanza ci fu solo lei, e verso il termine
decidemmo di partorire nella sua casa di maternità.
Non so perché quella mattina pensai a tutte quelle cose,
avrei continuato se un altro dolorino mi prese all’improvviso.
Decisi di coccolarmi vicino al mio amore e aspettare il
giorno, nel sonno ogni tanto avvertivo qualche dolorino, da non svegliarmi.
Ritornando alla bella giornata, mi sentii, nonostante la
notte un po’ agitata e le perdite di buon umore.
Mio marito era andato al lavoro, non gli dissi nulla, quando
si avvicinò al letto per darmi un bacio del buongiorno non gli dissi nulla né
del sogno, né delle perdite, non volevo allarmare nessuno, neppure l’ostetrica,lo
desideravo, perché sentivo che erano le
ultime ore che vivevo in simbiosi con la mia creatura, stare con lui/lei,
avvertire i suoi movimenti per non dimenticarli mai più, coccolarci, parlarci e
dirgli/le di non temere nulla, che avremmo lavorato in team e io avrei fatto il
possibile per aiutarlo.
Stranamente, per essere una mamma già “attempata”, non
temevo per lui, ne per me, anzi non pensavo volevo godermi gli attimi e
preparare il “nido”.
Feci una doccia bella calda, i dolorini persistevano, poi
presi cura del mio corpo, mi lavai i capelli e mi feci una maschera al viso:
oggi o domani sarebbe arrivata una persona importante e dovevo essere presentabile!
Mangiai una colazione energetica e dopo quasi 9 mesi mi
fumai la mia prima sigaretta, seduta in giardino.
Decisi di andare a fare della spesa, mi vestii, come se
andassi ad un matrimonio!
Tutto però avveniva lentamente perché i dolorini diventavano
di tempo in tempo sempre più vicini, anche se a volte mi lasciavano in pace per un lungo periodo.
Arrivata da far la spesa preparai i gnocchi alla romana
perché sapevo che a Silvia piacevano tanto, così, quando saremo andati da lei li avrei portati e lei sarebbe stata felice.
Silvia che ostetrica particolare: all’inizio quando andavo
da lei ne senti sul suo conto di cotte e di crude, pure che era, una donna instabile.
Non feci mai caso alle dicerie, man mano che la conoscevo,
vedevo solo una donna che doveva aver lottato tanto per sé stessa , per vivere e
anche per amore, ma lei era schiva; in gravidanza sembravamo anche amiche, ma
lei non andava oltre, ma penso che lo faccia con tutti, ama stare con gli
altri, ma il suo amore per la montagna mi fa immaginare ad una donna a cui la
solitudine è la sua migliore amica.
Pranzai, un bel piatto di pasta, come gli sportivi prima di
una gara, i dolori aumentavano ma dovevo finire la pasta!
Dopo pranzo mi telefonò mio marito, a questo punto dovetti
dirgli la situazione, lui si allarmò subito:” hai telefonato a Silvia?” Gli
risposi che ancora non l’avevo fatto, ma di stare sereno perché erano solo
dolorini ed io ero tranquilla, gli dissi che mi sarei fatta un pisolino in
giardino col sole e poi l’avrei chiamata.
Lui mi avvertì’ che per le quattro sarebbe arrivato.
Sulla sdraio i dolorini aumentarono di intensità e sovente
dovevo andare in bagno a far pipì, e ogni volta il muco era sempre più
rossastro, incominciavo un po’ ad allarmi, ma decisi per la mia creatura di essere
calma.
In giardino inizia a
respirare vocalizzando (come mi aveva insegnato Silvia) passò più di un ora e già mi sentivo meglio,
rientrai perché l’aria stava diventando fresa ed erano quasi le quattro.
Appena rientrata in casa però i dolori aumentarono: erano di
breve durata ma più intensi. Decisi per un bel bagno caldo, così quando arrivò
mio marito mi trovò nella vasca da bagno, con l’acqua calda l’intensità
diminuiva.
Mio marito, andò a cambiarsi, ma quando ritornò mi disse di
uscire dall’acqua, era più di un ora che ero dentro la vasca da bagno…..
Mio marito mi aiutò ad asciugarmi e a vestirmi, ma finito
tutto ebbi una contrazione violenta e di una durata che a me parve immensa.
“Hai chiamato Silvia?” Gli risposi che non lo avevo ancora fatto, allora lui
borbottò qualcosa tipo:”solita testarda, carico l’auto e andiamo subito da lei”;
mi parve di sentire anche un .”non provare a fare resistenza”, comunque anch’io
sentivo il bisogno di vederla.
Arrivati da lei, ci aprì la porta una Silvia radiosa, come
il sole che piano, piano stava andando a dormire.
Mi fece subito un tracciato, mio marito era nervoso, allora
lei le preparò un caffè e gli permise di fumare sul balcone della cucina,
quando rientrò nella stanza dello studIo, sorridendo mi disse Luk è sistemato!
Alla visita fu presente anche lui, capivo osservando i suoi
occhi che la situazione era buona, infatti ci disse che eroi sui 5 cm, collo
appianato testa ben adattata, sorridente
disse: fra poco sarete in tre!
Scomparve per 5 minuti, poi rientrò in studio e disse:” ora
la casa è vostra sistematevi come volete e
dove volete”.
Le contrazioni aumentarono di durata ed intensità, lei
respirava ad ogni mia contrazione con me e mio marito mi massaggiava i reni.
Ad un certo punto però mi persi, non riuscì più a
controllare il dolore, nell’acqua non volevo andare, respirare no, in quella
posizione no, il tutto durò una bella mezz’ora poi mi Silvia mi prese il viso e
guardandomi negli occhi mi disse una frase che mio padre mi diceva sempre
quando facevo i capricci, come la sapesse non lo so, lasciai la magia della sua
intuizione in quel momento.
La frase fece l’effetto desiderato, mi quietai, lei mi fece
bere un thè caldo e ci disse di stare una decina di minuti noi due da soli, io
sapevo che lei sarebbe andata a fumarsi una sigaretta, allora le chiesi se
potevo fumarne una anch’io, lei mi disse certo ma dalla finestra e mi regalò
una delle sue.
I 10 minuti divennero una mezz’ora, le contrazioni
aumentarono ed insieme il desiderio di spinta.
Ero in posizione a carponi, quando mi rigirai vidi la stanza
in cui mi trovavo totalmente cambiata, con la sedia olandese in un angolo,
guardai Silvia, lei mi sorrise e mi disse, :”ora nasce.”
Mi visitò ero completa mi fece spingere in varie posizioni
poi scelsi la sedia.
Spinsi, con lei che ungeva d’olio d’olivo, preciso,
extravergine biologico, il mio perineo, dopo ogni spinta e per incoraggiarmi mi
diceva che sarebbe nato con la brillantina!
Ad ogni spinta venivo incoraggiata, finchè non sentì un
bruciore intenso in vagina, Silvia mi disse di soffiare come sul bruciato, ma
sentivo che lei alleviava questa sensazione con oli , con la sua mano e con un panno.
Una forte contrazione uscì la testa! Con il corpo ancora dentro già si faceva
sentire, Silvia la/lo salutava e la puliva, la contrazione successiva uscì il
corpo ed ebbi l’impressione che fosse passato un serpentino, poi la nostra
bimba in braccio, che emozione mio marito ed io piangevamo e abbiamo pianto
anche quando è uscita la placenta e dopo che eravamo tutti e tre a letto.
Silvia per prenderci in giro ci disse che lei non amava lavare i bimbi appena
nati, ma che questa volta noi avevamo fatto un salto alla sua regola, perché si
era perfettamente pulita con le nostre lacrime!









