Il reflusso gastroesofageo, accompagnato o meno da rigurgiti, è un fenomeno del tutto fisiologico nei lattanti, che non richiede alcun trattamento. Per fare chiarezza sull’argomento (ed evitare di dare ai bambini medicinali quando non servono!) abbiamo rivolto alcune domande al professor Maurizio de Martino, direttore del Dipartimento di Scienze per la Salute della Donna e del Bambino dell’Università di Firenze – Ospedale Pediatrico Anna Meyer.
Reflusso gastroesofageo e rigurgito: che differenza c’è? Il reflusso gastroesofageo è il passaggio del contenuto gastrico nell’esofago; il rigurgito è lo stesso fenomeno, la differenza è che il reflusso non si vede, mentre si parla di rigurgito se con il reflusso un po’ del contenuto gastrico esce anche dalla bocca.
Come comportarsi allora se il bambino ha reflusso con rigurgiti frequenti? Proprio perché non è una malattia, il reflusso non deve essere curato in alcun modo. Al massimo, se il bambino è allattato con latte di formula, il pediatra può consigliare un latte addensato. Se invece è allattato al seno, non bisogna fare assolutamente nulla, ma proseguire tranquillamente con l’allattamento materno. Per il resto, occorre solo aspettare: man mano che il bambino cresce, comincia ad assumere cibi solidi e sta sempre più spesso in posizione eretta o seduta, il fenomeno diventa sempre meno evidente ed i rigurgiti scompaiono da sé.
Qualche consiglio pratico per prevenire i rigurgiti? Se il bambino fa rigurgiti con una certa frequenza, si può provare a tenerlo un po’ di tempo in posizione eretta, almeno fino a quando non fa il ruttino; un altro accorgimento può essere quello di fare di tanto in tanto una pausa durante la poppata. E naturalmente armarsi di pazienza e… di bavaglini!
Il reflusso gastroesofageo può divenire una malattia? Solo in casi estremamente rari, che davvero si possono contare sulle dita di una mano. Secondo le recenti linee guida congiunte delle società di gastroenterologia pediatrica americana ed europea, non si può parlare di malattia da reflusso gastroesofageo neanche nei bambini con vomito (vomito, non rigurgito!) ricorrente e scarso accrescimento.
Né tantomeno si può pensare al reflusso se il bambino è particolarmente irritabile o manifesta pianti inspiegabili. In questi casi sarà il pediatra, attraverso i racconti dei genitori ed una visita accurata, a valutare se è il caso di approfondire le indagini per escludere altre cause o se, eventualmente, indirizzare il bambino ad un centro di gastroenterologia pediatrica.
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