giovedì 7 agosto 2014

LIQUIDO AMNIOTICO




Una culla d’acqua che lo ripara, lo protegge, lo nutre e lo coccola per tutti i 9 mesi. Ecco cos’è il liquido amniotico per il bebè che si sta formando nella pancia della mammaComposto in gran parte di acqua, sali minerali, lipidi e proteine, all’inizio della gravidanza viene prodotto dalla placenta e dalle membrane che circondano la parete uterina, ma a partire dal secondo trimestre è formato essenzialmente dall’urina del bambino stesso. Si tratta però di un’urina decisamente diversa da quella di un adulto, che è in pratica molto più simile al siero (la componente liquida del sangue). Il bambino infatti beve il liquido, lo digerisce, lo assorbe a livello intestinale e, una volta entrato in circolo, viene scambiato nella placenta col liquido materno, mentre una parte viene filtrata dai reni che lo immettono nuovamente nel sacco amniotico. La quantità del liquido aumenta fino al sesto-settimo mese di gestazione, dopodichè tende a mantenersi stazionaria, per poi diminuire lievemente nelle ultime settimane, con la crescita del feto.
A cosa serve
Il liquido amniotico ha una funzione meccanica: attenua suoni e rumori esterni, che al feto arrivano più ovattati, mantiene stabile la temperatura, attutisce eventuali traumi. Senza considerare che costituisce un involucro sterile indispensabile per salvaguardare il piccolo dal rischio di infezioni.
Da un punto di vista metabolico, è utile per lo sviluppo dell’apparato digerente: ingerito attraverso la bocca, il liquido arriva allo stomaco, viene ‘digerito’, poi passa nell’intestino, dove comincia l’attività di assorbimento, mentre le prime sostanze indigeribili (le cellule di desquamazione della pelle e delle mucose) iniziano ad accumularsi formando a poco a poco il meconio, le prime feci che il bimbo espellerà dopo il parto.
Altra funzione importante è permettere lo sviluppo dell’apparato respiratorio. “In utero il bambino compie periodicamente movimenti respiratori dei muscoli del torace e del diaframma; inala infatti il liquido attraverso il naso e la pressione spinge gli alveoli e li fa dilatare proprio come se respirasse. Al momento del parto, infine, il liquido viene in parte riassorbito dagli alveoli polmonari e in parte ‘spremuto’ fuori dai polmoni: il bambino si prepara così al suo primo respiro.
La rottura delle membrane 
Giunti al termine della gravidanza, il sacco amniotico ha esaurito la sua funzione e quindi si rompe, facendo fuoriuscire il liquido. Nella maggioranza dei casi, questo avviene a travaglio inoltrato, quando la dilatazione del collo dell’utero è già arrivata intorno ai 7-9 cm. Ad alcune gestanti invece il sacco si rompe ancor prima che le contrazioni abbiano inizio: in questa evenienza è comunque opportuno andare in ospedale nel giro di qualche ora, sia perché sicuramente entro breve le contrazioni cominceranno, sia perché dopo 12-18 ore dalla rottura del sacco è necessario somministrare alla mamma dell’antibiotico.

Il liquido amniotico ha una funzione anche durante il travaglio, poiché riduce il rischio che le contrazioni dell’utero possano causare compressioni o addirittura occlusioni del cordone ombelicale: è per questo che nei travagli normali è bene rispettare la natura e non rompere artificiosamente le membrane “per fare più in fretta”.



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