E' stata pubblicata in
questi giorni sulla importante rivista scientifica Journal of
Immunotoxicology, 2011; 8(1): 68–79, una nuova revisione di studi che
esamina le varie cause ambientali dell'autismo, tra cui i vaccini e i loro
componenti
Helen Ratajczak,
l'autrice, è una ricercatrice della Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals che ha
pubblicato, come autrice o coautrice, 41 articoli su PubMed. E' anche stata
coautrice nel 2006 di uno studio per l'FDA e, nello stesso anno, è stata
eletta Presidente della sezione Nord Est dell'Istituto di Tossicologia.
E' una scienziata seria e rispettata che, in questa recensione. Discute la
presenza di DNA di feti umani nell' MMR II e nei vaccini Varivax. Questi alcuni
stralci dal suo lavoro sull'autismo su Immunotoxicology:
La nuova versione del vaccino contro morbillo, rosolia e parotite (MMR II) che non contiene Thimerosal venne introdotta nel 1979. Dal 1983, venne utilizzata solo questa nuova versione. L'autismo negli Stati Uniti ebbe un drammatico picco tra il 1983 e il1990 passando da 4–5 casi ogni 10.000 nati a 1 su 500. Nel 1988, venivano consigliate due dosi dell'MMR II per immunizzare quei soggetti che non rispondevano al primo vaccino. Un picco nella diffusione dell'autismo venne quindi ad associarsi all'aggiunta della seconda dose di MMR II.
Nel 1988, l'MMR II venne usato anche in Inghilterra nella quale oggi il tasso di diffusione è arrivato a 1 ogni 64. Anche in Canada, Danimarca e Giappone si sono avuti importanti incrementi della diffusione dell'autismo. E' importante notare che diversamente dal primo MMR, la componente per la rosolia dell' MMR II è stata propagata in membrana cellulare umana derivata da tessuti dei polmoni embrionali (Merck and Co., Inc., 2010).
La nuova versione del vaccino contro morbillo, rosolia e parotite (MMR II) che non contiene Thimerosal venne introdotta nel 1979. Dal 1983, venne utilizzata solo questa nuova versione. L'autismo negli Stati Uniti ebbe un drammatico picco tra il 1983 e il1990 passando da 4–5 casi ogni 10.000 nati a 1 su 500. Nel 1988, venivano consigliate due dosi dell'MMR II per immunizzare quei soggetti che non rispondevano al primo vaccino. Un picco nella diffusione dell'autismo venne quindi ad associarsi all'aggiunta della seconda dose di MMR II.
Nel 1988, l'MMR II venne usato anche in Inghilterra nella quale oggi il tasso di diffusione è arrivato a 1 ogni 64. Anche in Canada, Danimarca e Giappone si sono avuti importanti incrementi della diffusione dell'autismo. E' importante notare che diversamente dal primo MMR, la componente per la rosolia dell' MMR II è stata propagata in membrana cellulare umana derivata da tessuti dei polmoni embrionali (Merck and Co., Inc., 2010).
Il vaccino MMR
II è contaminato con DNA umano proveniente dalla membrana cellulare. Questo DNA
umano potrebbe essere la causa del picco nella diffusione dell'autismo.
Un successivo picco si ebbe poi nel 1995 quando il vaccino per la varicella
venne fatto crescere in tessuti fetali umani (Merck and Co., Inc., 2001;
Breuer, 2003). L'attuale incidenza negli Stati Uniti è approssima tivamente di
1 su 100.
Il DNA umano
dai vaccini può essere inserito casualmente nei geni di chi ha fatto il vaccino
da ricombinazioni omologhe, un processo che avviene spontaneamente solo
all'interno di una specie. Punti caldi per l'inserimento di questo DNA sono
stati trovati nel cromosoma X in otto geni associati all'autismo coinvolti
nella formazione di sinapsi nei nervi, nello sviluppo del sistema nervoso
centrale e nella funzione mitocondriale (Deisher, 2010). Tutto questo potrebbe
fornire delle spiegazioni del perchè l'autismo è predominantemente una malattia
che colpisce maggiormente i maschi. Messi assieme, questi dati
sostengono l'ipotesi che residui di DNA umano in alcuni vaccini possano
provocare autismo.
VACCINI
I dati sull'incidenza e prevalenza indicano che il momento di introduzione dei vaccini e le modificazioni nel tipo e nell'incremento del numero dei vaccini inoculati contemporaneamente implica che i vaccini sono causa di autismo. La tabella attuale raccomandata per l'immunizzazione per bambini dai 0 ai 6 anni negli Stati Uniti include sei vaccini ai due mesi di età e 9 a 12-15 mesi, un incremento che va oltre le raccomandazioni di sei anni prima.
Il sistema immunitario è particolarmente sensibile a due mesi di età. In questo modo, il sistema immunitario di un neonato viene compromesso a due mesi. Una minaccia attraverso così tanti vaccini nel momento in cui il sistema immunitario è compromesso può contribuire all'insorgenza dell'autismo.
ANTIGENI VACCINALI
Molti genitori affermano che lo sviluppo dei loro figli era normale finchè non hanno fatto i vaccini all'età di circa 18 mesi. L'organismo vaccino potrebbe esserne la causa. Una ipotesi, relativa al vaccino della pertosse è che la tossina pertosse contenuta in questo vaccino causi una separazione della proteina G-alpha dai recettori retinoidi in bambini geneticamente a rischio.
CONCLUSIONI
L'autismo ha raggiunto proporzioni epidemiche. Con una diffusione di 1 su110 negli Stati Uniti, 1 su 64 in Inghilterra e United Kingdom, e numeri simili in molti altri paesi, è evidente una situazione di pericolo per le future generazioni. Integrando i dati qui presentati, una ipotesi è che l'autismo sia il risultato di difetti genetici, con l'effetto contributivo dell'età avanzata dei genitori, e/o infiammazione del cervello. L'infiammazione potrebbe essere causata da un gran numero di agenti tossici ambientali, infezioni e comorbidità in soggetti geneticamente predisposti
Fonte; http://www.ageofautism.com/2011/02/new-medical-journal-review-vaccine-injury-is-a-documented-cause-of-autism.html#comments
VACCINI
I dati sull'incidenza e prevalenza indicano che il momento di introduzione dei vaccini e le modificazioni nel tipo e nell'incremento del numero dei vaccini inoculati contemporaneamente implica che i vaccini sono causa di autismo. La tabella attuale raccomandata per l'immunizzazione per bambini dai 0 ai 6 anni negli Stati Uniti include sei vaccini ai due mesi di età e 9 a 12-15 mesi, un incremento che va oltre le raccomandazioni di sei anni prima.
Il sistema immunitario è particolarmente sensibile a due mesi di età. In questo modo, il sistema immunitario di un neonato viene compromesso a due mesi. Una minaccia attraverso così tanti vaccini nel momento in cui il sistema immunitario è compromesso può contribuire all'insorgenza dell'autismo.
ANTIGENI VACCINALI
Molti genitori affermano che lo sviluppo dei loro figli era normale finchè non hanno fatto i vaccini all'età di circa 18 mesi. L'organismo vaccino potrebbe esserne la causa. Una ipotesi, relativa al vaccino della pertosse è che la tossina pertosse contenuta in questo vaccino causi una separazione della proteina G-alpha dai recettori retinoidi in bambini geneticamente a rischio.
CONCLUSIONI
L'autismo ha raggiunto proporzioni epidemiche. Con una diffusione di 1 su110 negli Stati Uniti, 1 su 64 in Inghilterra e United Kingdom, e numeri simili in molti altri paesi, è evidente una situazione di pericolo per le future generazioni. Integrando i dati qui presentati, una ipotesi è che l'autismo sia il risultato di difetti genetici, con l'effetto contributivo dell'età avanzata dei genitori, e/o infiammazione del cervello. L'infiammazione potrebbe essere causata da un gran numero di agenti tossici ambientali, infezioni e comorbidità in soggetti geneticamente predisposti
Fonte; http://www.ageofautism.com/2011/02/new-medical-journal-review-vaccine-injury-is-a-documented-cause-of-autism.html#comments
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