lunedì 30 marzo 2015

SVEZZAMENTO: PRIMA TAPPA DI UNA SANA ALIMENTAZIONE

Lo svezzamento: prima tappa di una sana educazione alimentare
Buona parte delle abitudini alimentari delle persone si formano nel momento dello svezzamento. Se osserviamo attentamente un bambino nella richiesta dei cibi o nella loro scelta, vediamo che ha ben chiaro ciò che ama e ciò che non ama e, con buona probabilità sarà così per tutta la vita. Ma la gran parte delle cattive abitudini non nasce spontanea; viene indotta dall'educazione. Finché la mamma fornisce il latte materno (o comunque finché il bambino si alimenta solo con il latte) ogni fabbisogno viene soddisfatto.
Le regole base di uno svezzamento corretto
I cibi che diamo ai bambini durante lo svezzamento devono essere poco raffinati e poco manipolati industrialmente. Inoltre vanno conservati il meno possibile, mai ricotti o riciclati ma sempre freschi. Le vitamine, infatti, sono molto utili al bambino durante lo svezzamento per rinforzare le difese immunitarie, ma si alterano in fretta.
Occorre poi proporre una buona varietà di cibi per evitare che un alimento introdotto giornalmente durante lo svezzamento possa trasformarsi in un'intolleranza.
È bene poi che i cibi siano privi di grassi saturi e cioè non derivati dalle carni rosse o dai formaggi stagionati, e siano ricchi di omega 3 (contenuto specialmente nel pesce) per facilitare la buona funzione delle cellule nervose, del cervello e dell'ormone insulina.
Lo svezzamento ideale: le prime settimane (schema generale)
Ecco un esempio delle prime cinque settimane dsvezzamento con una proposta di cibi da introdurre come integrazione del latte materno.
- La prima settimana di svezzamento possiamo introdurre una crema di zucca con farina di riso o mais ed in alternativa uno yogurt con del malto di riso.
- La seconda settimana di svezzamento crema di brodo vegetale con farina di mais, riso.
- La terza settimana di svezzamento crema di zucca e carota con farine sopracitate.
- La quarta settimana di svezzamento crema di zucca, carota, lattuga con un po' di infuso di fino e farina di mais, riso o di miglio
- La quinta settimana di svezzamento crema con base zucca o carota con l’aggiuunte ogni due giorni di verdure diverse con aggiunta di lenticchie rosse decorticate.
-Ovviamente olio extravergine di oliva e inizialmente ricotta per poi passare al parmigiano reggiano a piccole dosi.
Le vitamine, infatti, sono molto utili al bambino durante lo svezzamento per rinforzare le difese immunitarie, ma si alterano in fretta, per cui si puo’ fare a merenda o a metà mattino una purea di pere o mela.
L’introduzione della cena dipende dal bambino e dalla mamma , in quanto questo è uno schema generale , ma lo svezzamento dovrebbe essere personalizzato per ogni bambino, situazione famigliare.
Ovviamente nel mondo accademico medico pediatrico, si privilegiano cibi “morti” come gli omogenizzati o i cibi precotti, in quanto l’industria globale dell’alimentazione negli ultimi trenta anni ha avuto una notevole espansione, in contemporanea la stessa clinica medica, però  considera il fatto che un’alimentazione industriale nei primi mesi di vita può essere causa di malattie al sistema digerente, immunitario , può rendere i bambini iperattivi , obesi e persino causa di alcune malattie oncologiche




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domenica 15 marzo 2015

IL PARTO IN CASA O IN CASA DI MATERNITA'

IL PARTO A CASA O IN CASA DI MATERNITA’.

Una scelta molto personale, spesso osteggiata e non supportata dal Sistema sanitario nazionale che – salvo alcune regioni. Donne attive, che vogliono sentirsi protagoniste, felici di collaborare alla buona riuscita di uno dei momenti più importanti della loro vita: il parto. Così descrivono se stesse quelle che decidono di dare alla luce il proprio bambino in casa, come ha evidenziato un’indagine condotta negli Stati Uniti pubblicata sulla rivista delle ostetriche Midwifery. E così, forse, si sara no sentite anche Cindy Crawford, Pamela Anderson, Demi Moore, Elle McPherson, Nelly Furtado, Meryl Streep, Gisele Bundchen, tanto per citare alcune delle mamme famose che hanno fatto questa scelta. Le VIP italiane ad avere preferito le mura domestiche sono poche; la più nota è forse Giorgia, che ha scritto anche la prefazione del libro “Bibbia” in questo campo. Gli ostacoli burocratici. Al di là dei nomi noti, a fare questa scelta sono ancora in poche in Italia. I dati parlano di una percentuale che va dallo 0,1% allo 0,4%, ma sono raccolti a macchia di leopardo. “C’è anche molto sommerso, difficile da quantificare”, ma in molte Regioni il parto fuori dall’ospedale è osteggiato”. A mancare è soprattutto l’informazione e poi, non meno importante, il rimborso da parte del Sistema Sanitario Nazionale.  Salvo in Piemonte, Marche, Emilia Romagna, dove si può chiedere un rimborso parziale L’ostetrica ha tutta la competenza per poter stabilire se il parto è a rischio o meno. La donna viene seguita durante tutta la gravidanza e la decisione di partorire fuori dall’ospedale è continuamente ridiscussa. In altre parole, non è detto che se una donna decide di dare alla luce il proprio figlio a casa propria, lo possa poi effettivamente fare. Non appena la professionista intravede un rischio si va in ospedale. Che l’opzione casalinga o in casa di maternità, sia sicura lo dicono i dati emersi da grandi studi condotti là dove la pratica è più diffusa, in Olanda e Regno Unito: la mortalità perinatale, cioè quella compresa fra la 22° settimana di gestazione e la prima settimana dopo la nascita, è simile sia per le nascite a domicilio sia per quelle in ospedale.
Il parto non è una malattia. Una delle ragione che spinge le donne a partorire a casa o in casa di maternità è la sensazione sgradevole di dover affrontare un momento così intimo e speciale nelle fredde, e a volte sinistre, stanze di un ospedale. A casa o in casa di maternità i tempi del travaglio sono rispettati. A casa non viene fatto nulla per accelerare il corso fisiologico del travaglio: e se si blocca e nonostante tutti i tentativi non va avanti, si va in ospedale., Per farsi un’idea,in Italia è difficile che le donne ottengano informazioni sul parto in casa. Soprattutto perché non appena ci si accorge di essere incinta si corre dal ginecologo e non dall’ostetrica, come invece succede in altre parti d’Europa e come anche enuncia la legge.  Sottolineo comunque che per l’assistenza a casa occorre essere ostetriche con un certo percorso formativo, incluso quello ospedaliero e non giovani ostetriche appena laureate.

mercoledì 11 marzo 2015

COMPRENDERE IL DO,ORE DEL PARTO

COMPRENDERE IL DOLORE NEL PARTO

Il dolore fisiologico del parto varia da donna a donna e di parto in parto, tuttavia il dolore del parto è mediamente indicato come più intenso nella nostra epoca e alle nostre latitudini, forse perché la medicalizzazione del parto non facilita la comprensione dei suoi meccanismi. Anzi, la routine ospedaliera tende a far sentire “malate” le partorienti, innalzando così una serie di barriere psicologiche che, di fatto, amplificano il dolore.
Il dolore fisiologico solitamente non è un dolore insopportabile, come si vorrebbe a volte far credere. Non lo è fintanto che si rispetta il corpo della donna in travaglio e i suoi ritmi, fintanto che il dolore non è reso intollerabile mediante l’uso di ossitocina sintetica, manovra di Kristeller, immobilità forzata,episiotomia, ventosa, separazione immediata dal neonato.
Il dolore fisiologico (ossia senza interventi chimici o meccanici) è un dolore a intermittenza, con delle pause che permettono di ricaricarsi e che saranno presenti, anche se sempre più brevi, fino al momento della nascita.
L’esperienza del parto non è paragonabile a nessun’altra: in poche ore la donna si trasforma radicalmente e diventa madre, pronta a dedicarsi interamente e altruisticamente alla nuova creatura, che è completamente dipendente da lei. Perciò, per una madre in travaglio, la prova che sta cercando di superare ha un significato profondo e sa che presto sarà ricompensata perché avrà tra le braccia il proprio cucciolo e non sentirà più alcun dolore, bensì soltanto una grande gioia. Sapere che il dolore protegge anche il piccolo con gli ormoni che lo aiutano ad affrontare la difficile discesa nel canale, contribuisce a elevare la propria soglia del dolore.
Inoltre, spesso, il dolore costringe la mamma a cambiare posizione, e a volte sono proprio questi continui movimenti a facilitare la discesa del bambino, anche quando non si trova in posizione ottimale.

UN DOLORE MOLTO PARTICOLARE

Rispetto a ogni altro tipo di dolore, quello provato nel parto ha due caratteristiche che lo rendono unico:

• È alternato a scariche di endorfine (ormoni del piacere) che regalano pause riposanti tra una contrazione e l’altra (a volte al punto da addormentarsi).
• È associato ad un evento positivo, la nascita del figlio, e non ad un evento patologico.

Non appena il bambino esce, il dolore cessa ed è rimosso dalla memoria; resta invece il ricordo positivo dell’evento: un meccanismo che è vero per quasi tutte le donne, e fin qui ha permesso la continuazione della specie.
Importantissimo il rapporto one to one con l’ostetrica



lunedì 2 marzo 2015

Italiani sempre e ovunque anche nel parto

Partorire a casa una scelta della coppia, ma osteggiata dal sistema sanitario, anche in Piemonte dove è rimborsato in parte,

Vi porto degli esempi: ossitocina
L'ossitocina è un ormone che normalmente la donna produce durante il travaglio e nel dopo parto, ma in alcuni casi è un salvavita quando dopo l'espulsione della placenta vi sono delle perdite al di sopra della norma.
Nei protocolli di assistenza è obbligatorio averla con sè, ma fino ad alcuni anni fa era sufficiente acquistarla a basso prezzo in qualsiasi farmacia, oggi con le nuove normative è diventato farmaco esclusivamente ospedaliero.
Si riesce a recuperarla, ma sempre alla maniera italiana, ma non è giusto.
Gli ordini delle ostetriche sono fermi.
Altro esempio immunoglobuline, Necessarie se una donna mette al mondo un bambino con fattore Rh positivo per una sua eventuale futura gravidanza.
In questo caso è il caos: ogni struttura ha il suo meccanismo d'azione e non mi soffermo a raccontare le peripezie per avere una fiala di immunoglobuline.
Perchè tutto questo?
Mi dispaiae dirlo e molti la potrebbero leggere come polemica, ma penso che gli ordine delle ostetriche e soprattutto la federazione nazionale delle ostetriche si "venda " facilmente e tutto sommato non creda a questa possibilità per le coppie come invece esiste in altri paesi europei.
Per finire un'altra pecca del sistema è permettere ad ostetriche appena laureate o che non abbiano mai lavorato anche per un breve periodo in ospedale di poter, per mancanza di posti di lavori, accedere con spavalderia all'assistenza del parto a domicilio.