lunedì 23 febbraio 2015

PET TERAPY IN TRAVAGLIO DI PARTO


Il dolore può rappresentare in alcune donne, una difficoltà a vivere serenamente il parto.
Oltre alle procedure tecniche della peridurale, si sta diffondendo la pet terapy con animali da compagnia, per esempio il cane.
Sono stati effettuati studi, nei parti a casa che il cane della partoriente tende ad a non allontanarsi mai dalla sua padrona, riducendole notevolmente il dolore.
I cani, usati già in alcuni ospedali pediatrici nei bambini oncologici, nelle scuole o nei centri con bambini/ragazzi affetti da disabilità, stanno riscuotendo successo anche nei parti riducendo l'ansia della partoriente e il dolore.
Importante, ovvio mantenere le regolari norme igieniche

domenica 22 febbraio 2015

CELLULE STAMINALI LORO UTILIZZZO

Le cellule staminali consentono di intervenire efficacemente nella cura di gravi malattie ematologiche, immunologiche, genetiche, metaboliche ed oncologiche. La possibilità di curare e guarire in maniera definitiva le  degenerazioni dei tessuti e dei vari organi e della componente ossea del corpo umano, non è più un miraggio. L’ impiego delle staminali adulte, presenti in tutti gli organi del nostro corpo e la loro capacità di rigenerarsi in un solo tipo, in tipi diversi o diventare qualcos’altro, sta aprendo scenari incredibili sul fronte della ricerca e della sperimentazione. Già fin d’ora è possibile rigenerare il tessuto osseo e le cartilagini, la pelle, le cornee, il cervello, i muscoli, il cuore, il fegato, il pancreas ed anche intervenire su malattie genetiche ed oncologiche considerate senza speranza. Ciascuno di noi possiede 50 milioni di miliardi di cellule che ogni giorno vengono danneggiate e muoiono, richiedendo un rinnovo in tempi piuttosto rapidi. La pelle, ad esempio, si rinnova completamente ogni mese e l’intestino una volta la settimana. Al ricambio provvedono le cellule staminali, in grado di replicarsi all’infinito con livelli di potenzialità diverse.
La staminale per eccellenza è quella dell’embrione. Tuttavia, per ragioni etiche, vengono utilizzate solo cellule adulte, quindi sarebbe opportuno diffondere un’adeguata informazione e predisporre un’organizzazione attenta nelle strutture pubbliche e private, per cui ogni piccola parte dell’organismo che viene asportata durante un intervento chirurgico (tessuto adiposo, polpa di un dente estratto, ecc.) dovrebbe essere consegnata ai laboratori di ricerca per estrarne le staminali.
Le cellule di cui si ha maggiore conoscenza sono quelle del midollo osseo e le ematopoietiche, impiegate per rigenerare il sangue.
 A mio avviso dovrebbero essere maggiormente informate le coppie sulla materia, anche solo per la conservazione del cordone ombelicale, è diversa da Paese a Paese ed è molto restrittiva soprattutto in Italia e in Francia. In altre nazioni si dà il libero accesso a tutte le possibilità, mentre in 16 Paesi europei si adotta il sistema misto: accanto ai centri di raccolta pubblica, è possibile rivolgersi ad istituti privati accreditati.

Visto l’ottimo impiego per le malattie degenerative ed oncologiche senza l’utilizzo di farmaci, altre Nazioni, non della Comunità Europea, permettono anche di accedere alle centinaia di migliaia di embrioni non utilizzati nelle fecondazioni in vitro  da cui si ottengono migliori risultati che dal cordone ombelicale.

La ricerca sulle cellule staminali deve continuare in modo serio e continuativo.

Ogni coppia deve pensare consapevolmente all’opportunità di donare il sangue del cordone ombelicale del proprio figlio ed in Europa si rende necessario un dibattito serio, laico e non fazioso sull’utilizzo degli embrioni crioconservati.

 onazione del sangue funicolare, in quanto le cellule staminali estratte da sangue funicolare sono più efficaci di quelle estratte da cellule adulte ed è eticamente più accettato.

Diventato argomento  molto discusso in questi ultimi anni,  ha provocato divisioni nel mondo scientifico anche se sono passati 25 anni dal primo trapianto di staminali e,  seppure gli scienziati abbiano scoperto molte tecniche per la conservazione  e l’applicazione, la legislazione in 

giovedì 5 febbraio 2015

GENITORI CONFUSI

Scrivo questo post, perchè ultimamente si sono rivolti a me genitori, in preda alla confusione, per articoli faziosi che sono usciti su alcune testate giornalistiche importanti, allora con il cuore in mano e con la mia personale esperienza sia di madre che di professionista, mi permetto di scrivere queste poche righe a getto, con la speranza di riassumere tanti pensieri e di essere di aiuto.

Crescere un figlio è una grande responsabilità, ma questa società che regge su leggi soprattutto economiche e su lobby, che non hanno desiderio di confronti, rendono la vita dei genitori in confusione su cosa è giusto o sbagliato per i loro i figli.
No faziosi, ma obbiettivi.
Le vaccinazioni di massa, l'alimentazione, le terapia farmacologiche per ogni minimo problema del proprio bambino, rendono quel genitore estremo tale e quale quel genitore che rifiuta ogni tipo di cura.
Con i propri figli è importante sentire il proprio cuore, stare attenti alle vaccinazioni, nel somministrare farmaci per un banale raffreddore, fare loro mangiare solo cibo confezionato, ma d'altro canto, vanno benne anche qualche volta le patatine fritte, un antibiotico in caso di una brutta tonsillite, una vaccinazione e poi dosare.
L'utilizzo dell'omeopatia e delle cure alternativa e ovviamente la prevenzione è il modo più sano per crescere il proprio figlio anche perchè ci permette in un certo senso di crescere anche noi: limare le nostre ansie, le nostre paure........ma sempre dosando il buon senso.

domenica 1 febbraio 2015

L'AMICO IMMAGINARIO NEI BAMBINI

Quante volte è capitato di vedere un bambino parlare da solo e agire come se ci fosse un compagno con lui? Tra i 3 e gli 8 anni (fascia d’età in cui è più facile che compaia l’amico immaginario) la capacità di distinguere tra realtà e sogno non è ancora acquisita, e una ricerca dell'Università di Washington e Oregon ha rivelato che circa due terzi dei bambini hanno un amico immaginario con cui dialogano, litigano e giocano prima di prendere sonno, o nel ritorno da scuola, o se si ritrovano da soli a casa. 
L'amico immaginario, è un Altro che il bambino costruisce giorno per giorno, e che dall'inizio della sua comparsa è dotato di una personalità autonoma. Il bambino che inventa un “Doppio di sè” con cui interagisce, è consapevole che si tratta di un personaggio fittizio, anche se da alcuni suoi comportamenti potrebbe non sembrare così (gli tiene il posto sulla sedia, gli porge delle cose...), ma il suo evitare di raccontare questi segreti ai familiari, per non essere frainteso e non incorrere nelle domande degli altri, dimostra che è consapevole si tratti solo di una fragile invenzione.
Solitamente i bambini danno al Doppio un nome inventato o storpiato: questo è il primo segreto tra i due componenti della coppia. Il secondo è il linguaggio inventato che il bambino usa per parlare col suo Doppio. L'idea di avere un segreto e di essere solo in due a saperlo rafforza nel bambino l'immagine di sé come soggetto che ha la forza e il consenso di due persone: questo può offrire maggior sicurezza nell'affrontare il mondo esterno.
L'origine della creazione di un Amico Immaginario può essere ricercata nella relazione con la propria ombra e/o nel rapporto con il peluche preferito. Sono questi i primi compagni con cui il bambino comincia ad instaurare un rapporto significativo. Il Doppio è sempre molto solidale col suo piccolo inventore, lo ascolta per ore mostrando interesse per le storie che il bambino gli racconta. In qualche avventura può avere il compito di compiere alcune azioni “eroiche” al posto del bambino, quando il piccolo gli ha trasmesso la parte più spavalda della sua personalità, quella che forse non riuscirebbe mai a mostrare in prima persona.
La preoccupazione dei genitori che il figlio stia confondendo i propri desideri con la realtà, in genere raggiunge l’apice quando il piccolo attribuisce all’amico immaginario colpe o responsabilità sue. Tuttavia, questo genere di bugia spesso rappresenta solo il desiderio del bambino di essere più ‘buono’. In questi casi è importante fargli notare con affetto, senza rimproveri né accuse, che si capiscono le sue esigenze. Riconoscendo il desiderio del bambino, ma ristabilendo la verità, lo si aiuta a prendere coscienza del conflitto tra realtà e immaginazione. Se poi il bambino, oltre al suo piccolo mondo, ha degli amici con cui gioca, non vi è motivo di preoccuparsi. Se invece le sue amicizie si limitano alle sue creature immaginarie, è importante proporgli nuove occasioni per socializzare.
Spesso i genitori sono un po' preoccupati dalla presenza di questi amici immaginari, perché pensano che impediscano un “normale” processo di socializzazione con gli altri bambini. E' infatti opinione comune che i bambini che hanno amici immaginari siano bambini molto introversi, che inventano tali compagni come rifugio o meccanismo di fuga nella fantasia. In realtà molte ricerche dimostrano che l'avere un Doppio non implica difficoltà relazionali con i coetanei.
Il Doppio è un amico speciale, l'unico di cui ci si può fidare ciecamente, che non farà mai la spia e non abbandonerà mai il suo creatore per un altro amico.
Normalmente il Compagno Immaginario si modifica col passare del tempo, cambia, anche perché una delle sue caratteristiche è quella di essere confidente del bambino, che vuole consultarsi con lui sui problemi che lo preoccupano in quel momento, e quindi cresce insieme al suo inventore.
Un'altra funzione del Doppio è quella del “rispecchiamento”: il bambino si rispecchia nell'Altro Immaginario, costituendo così una immagine di sé. Nel personaggio immaginario con cui dialoga tutti i giorni, il bambino riversa tutte le immagini di sé che ha raccolto nelle relazioni con gli altri, in particolare con gli adulti. Il bambino quindi aggiusterà e aggiornerà la sua immagine di sé in base a ciò che a sua volta l'Altro da sé gli trasmette.
Il Doppio però, non ha soltanto le caratteristiche del suo creatore, ma assume anche tratti delle persone vicine al bambino: in esso il bambino riversa anche tutte le sue conoscenze sul mondo sociale, ossia l'insieme degli adulti che dettano regole e dicono cosa si può fare e cosa no.
L'aspetto più importante della relazione con questo Altro da sé consiste nel fatto che con lui è possibile dialogare e discutere, a differenza che con gli adulti, visti dai bimbi spesso come troppo concentrati su di sé per mostrare interesse nei loro confronti. Con lui il bambino si esercita nella pratica del problem solving, perché concede un tempo senza limiti all'elaborazione di nuove soluzioni per ogni problema. In questo processo, l'Altro da sé funge da mediatore e negoziatore; diventa un'agente socializzatore che facilita il bambino nell'ingresso nella società di appartenenza, dandogli la possibilità di ripetere più volte le stesse prove, senza essere rimproverato per gli errori commessi.

Tutta la letteratura psicologica è quindi concorde nell’affermare che la creazione dell’amico immaginario non solo non è preoccupante, ma è una tappa importante nella crescita, l'indice di un’ottima capacità di reazione e di adattamento da parte del bambino. Adattamento ad un cambiamento (nascita di un fratellino, trasloco, cambiamento di scuola, o magari soltanto un mutamento di orari lavorativi di un genitore che possono cambiare alcune abitudini); o semplicemente un modo costruttivo di affrontare i momenti noiosi e/o faticosi della giornata.
Costruendosi un mondo immaginario popolato da amici condiscendenti, il bambino impara a definire i confini esatti tra realtà e immaginazione e ad affrontare i propri impulsi negativi - odio, paura, gelosia, menzogna - che attribuisce all’amico immaginario, mentre lui può assumere il ruolo del ‘buono’ che rimprovera e punisce. Questi esperimenti di buona e cattiva condotta rappresentano i primi sforzi del bambino per conformarsi alle aspettative dei genitori. Attraverso gli amici immaginari può vestire a piacimento i panni del ribelle o del bambino fragile e indifeso, verificando di volta in volta quali effetti sortiscono i diversi comportamenti. Parallelamente, nello stesso modo in cui utilizza i suoi ‘falsi’ amici per conoscere meglio se stesso, ha la possibilità di assumere ruoli che gli permettono di identificarsi con l’uno o con l’altro dei genitori. Inizia quindi a capire che cosa vuol dire esercitare un’autorità e disporre di un’autonomia. Si tratta dunque di una tappa essenziale nel suo sviluppo, che in quanto tale deve essere rispettata, senza farsi gioco di lui e senza cercare di introdursi con forza nel suo mondo.
In linea generale, l’amico immaginario è una figura alla quale conviene non dare troppo peso.